Occorreva un’impresa. Impresa fu. Un finale da autentico thrilling, la festa di una comunità intera. Il Savoia batte il Gladiator, l’eterna rivale di una stagione autentica, regalando, finalmente, alla propria gente un’emozione unica. Finale di Coppa conquistata con onore, merito, determinazione. Ci credevano tutti, l’hanno vissuta in molti. Cinquemila cuori biancoscudati assiepati sugli spalti del “Giraud”. Settore distinti aperto ad inizio gara per consentire, ai numerosi sostenitori rimasti all’esterno dell´’impianto, di partecipare ad un’autentica festa. Notte di giubilo a Torre Annunziata. Caroselli in strada. Spaghettate improvvisate. Sembra un’altra città. Grazie Savoia.
Eppure, si trattava della semplice semifinale di ritorno di una competizione tricolore riservata alle compagini di Eccellenza e Promozione. La risposta del pubblico torrese è stata devastante. Un vero invito ad investire in un territorio vessato, più di altri, da un continuo quanto implacabile declino socio-economico. L’autore della rete decisiva, al minuto novantatre (sì, avete capito bene), non poteva che essere lui. Capitan Pasquale Ottobre, torrese doc, eroe per una notte. Protagonista assoluto, da autentico veterano, coglie subito il significato simbolico della vittoria: “Qualificazione dedicata alla nostra città”, l’eloquente commento rilasciato ai taccuini dei cronisti. Il presidente Verdezza rincara la dose, non disdegnando un puntuale riferimento alle diverse trasferte vietate al pubblico torrese: “Vittoria di Torre Annunziata – le sue prime parole -. Un segnale rivolto agli organi competenti che continuano a vietare trasferte ad un pubblico che, stasera, ha dimostrato la propria maturità. Continuate a sostenerci”. Più chiaro di così…
Ed infine, mister Pasquale Vitter. L’allenatore più vincente ma “chiacchierato” del 2011. Avrà sentito le proprie scarpe più leggere, al termine della gara. Tanti, infatti, i sassolini tolti, da rivolgere a terzi. Capolavoro tattico, il suo. Un Savoia che, inizialmente, predilige uno schema senza terminale offensivo, per poi inserire Lauro, all’occorrenza: “Qualificazione strameritata. La vittoria più importante, tuttavia, resta quella di aver riportato tanta gente allo stadio”. Mai chiosa fu più adeguata.
Angelo Riso