“Si state sempe allere facite fesse a morte”, un aforisma uscito dalla penna e dalla fantasia di Peppe Viola, umorista di talento che ieri sera è stato sconfitto da quella morte che ci aveva insegnato a sbeffeggiare attraverso i suoi testi. A Peppe Viola, architetto-poeta, scomparso all’età di 79 anni, il nostro giornale attribuì “lo Strillone d’Oro 2005 per la Cultura”. Ma era soprattutto un amico con il quale ci sentivamo spesso, anche durante la lunga malattia che lo ha colpito e che lo ha allontanato per sempre dalle scene che tanto amava calcare per recitare le sue poesie.
Le sue opere, anche teatrali, sono un’autentica raccolta di satira di costume iniziata a scrivere a 40 anni, quando si accorse d’un tratto di poter comunicare il suo buonumore, con l’acuta osservazione dei comportamenti umani e del mondo che ci circonda, attraverso le sue poesie.
Appartiene alla storia dello spettacolo nazionale l’insolito sodalizio artistico con il maetro Roberto Murolo insieme al quale ebbero discreti successi di pubblico.
L’ultimo saluto all’amico Peppe lo rivolgo con lo stesso sorriso con cui accolsi la lettura delle sue prime poesie quando era mio insegnante al Marconi. Sono sicuro che anche lassù Peppe ha già cominciato a recitare, a modo suo, le sue divertenti rime. Ti applaudo, come sempre.
Ciao Peppe
Filippo Germano

Alla famiglia vanno le più sentite condoglianze di tutta la Redazione del giornale.

Le esequie si terranno presso la Chiesa di San Michele Arcangelo a Rovigliano (struttura rinata da un suo progetto di ristrutturazione dopo il terremoto del 1980), alle ore 15,30