L’avvicinarsi rumoroso, ma finora francamente inconcludente,di falangi di candidati al consiglio comunale sta creando, in città, un certo fermento.Personalmente non sono contrario,anzi apprezzo molto questa inusitata numerosità.Partecipare in tanti è sempre un bel segnale.Il guaio è che c’è il numero ma manca una circolazione di idee convincenti.In passato e fino agli anni novanta v’era la metà degli aspiranti di oggi ma prevaleva la contrapposizione di due blocchi sorretti almeno da una ideologia forte. Talmente forte che se, per ipotesi, avessi annunciato in consiglio la venuta, per mia improbabile intercessione, di un generosissimo sceicco pronto ad investire centinaia di milioni di dollari in città, ebbene la mia proposta di accoglimento di si’ generoso signore sarebbe stata inesorabilmente bocciata sol perché veniva da me e dai banchi dell’opposizione! Di queste atmosfere il mio buon amico Enzo Sica porterà con sé ancora un ricordo acuto.Comunque, sorretti in qualche modo da ideologismi piu surrettizi che concreti, i blocchi si contrapponevano almeno con chiarezza di proposte. E, allora, da noi venivano idee e proposte di sviluppo turistico, archeologico, portuale e dall’altra parte erano solerti a far circolare in consiglio un foglio con elencati, puntualmente, investitori che avrebbero garantito almeno 1200 posti di lavoro. Pompei technoword, albergo area ex Imec, capannoni mastodontici (pari per dimensione al Lingotto di Torino) per complessivi 25-30 0perai(sic!!) fino ad un simpaticissimo signore di Ottaviano, panettiere di mestiere! Mi è rimasto un ricordo non cancellabile di costui che si era impegnato a creare 3 posti di lavoro con l’apertura di un suo negozio in città. Notoriamente di del suddetto, come degli altri capitani d’industria attesi, neanche l’ombra. Ma prima o poi, è doveroso, una visita alla sua panetteria in Ottaviano dovrò pur farla! Adesso lo scenario è cambiato: non vi sono contrapposizioni perché non vi sono idee. O, meglio, leggo con stupore che coloro i quali propugnavano con convinzione lo sviluppo industriale, oggi, come se in tutti questi anni si fossero eclissati su Marte, parlano, straparlano, del Santa Lucia, dell’area ex-Damiano, di turismo, porto, archeologia! Spudorati davvero! Ma accolgo per buona la tesi, eventualmente giustificativa, che solo i cretini non cambiano mai idea! C’è dunque una grande confusione o, peggio, unanimità su proposte un po’ vecchiotte e di novità…neanche a parlarne.
Un santuario, inteso, ovviamente, non nell’accezione della tradizione cristiana, bensi’in quella generica delle piu’ varie tradizioni religiose è luogo connesso ad eventi e fenomeni considerati soprannaturali. Ogni città, credo, ma la nostra indiscutibilmente di piu’, ha i suoi santuari. Aree fisiche ma spesso solo concettuali in cui addentrarsi è problematico, complesso ed in cui, appunto per accadimenti soprannaturali, chi ha la sventura di entrare, si perde poi miseramente. Eppure chi vorrà conquistare il consenso e l’entusiasmo della nostra gente, è bene che si prepari e trovi il coraggio di entrarci.
Il primo santuario è la cosiddetta bretella porto-autostrada. Il buon ing.Di Giovanni presentò in consiglio comunale i grafici di questa non faraonica opera nel 1995! Avete letto bene! Ciò che è poco piu’ di un allargamento di un percorso già esistente e con l’unica, modesta aggiunta di un cavalcavia a largo Macello, aspetta da 17 anni di vedersi non completata ma appena iniziata!
Ancora, altro cruciale santuario, il ponte di Via Sepolcri. Sei anni per mettere mano ad un ponte è un tempo che era considerato eccessivo anche al tempo dei Faraoni!
E poi, “inventare” spazi di vivibilità in una città strangolata tra il Vesuvio e il mare. Adesso il santuario si fa quasi impenetrabile. Chi abita in via V.Veneto e ha affaccio sullo Spolettificio sa che un’area enorme, ricavata anche dallo sradicamento di alberi, è oggi un autentico, poco nobile, inguardabile, insopportabile “scasso” di auto della Benemerita! Tanto, tantissimo spazio che ci servirebbe, eccome, per respirare un po’, adibito a deposito di veicoli da demolire. Occorrono chiavi giuste ed intelligenti per entrare in questo santuario tutelato dal Ministero della Difesa, occorre ripensare il destino dello Spolettificio e, ovviamente, sensibilizzare l’Arma dei Carabinieri.
Sempre in tema di spazi di vivibilità, spostiamoci a Torre Nord, all’Oncino. Villa Filangieri è oggi una pattumiera cosi ridotta da insensati che la “regalarono”, senza la benchè minima opposizione, ad una comunità di tossicodipendenti. Non solo hanno distrutto lo storico edificio ma hanno messo su negli splendidi giardini che arrivano a mare (e, credetemi,nemmeno in Costa Azzurra esistono angoli di tale incredibile bellezza) non si sa bene cosa: vasche, stalle o non so cosa altro! Credo ci siano abbondantemente gli estremi per indagini accurate relative a tali abusi.Tutta quest’area, compresa quella di pertinenza di Torre del Greco dovrebbe ricevere attenzione ed impegni congiunti dei sindaci delle due città! L’interlocutore è ecclesiastico. La materia è difficile ma qualcuno pur dovrà spremersi le meningi.
Fermiamoci qui. Di santuari ce ne sono tanti! Il Tribunale, aree di parcheggio, trasporto urbano e via cosi! Ma chi vuole indossare a maggio la fascia tricolore faccia capire alla gente che ha la forza per togliere impenetrabilità a materie cosi delicate. Spazio, infrastrutture, vivibilità sono ovviamente collegati. Parlate di queste cose che sono da fare necessariamente! Altrimenti il tutto si ridurrà alle solite lamentose litanie che da anni ascoltiamo: il mare, il porto, il Santa Lucia e bla bla bla. Argomenti importanti, senza dubbio, ma se non si ha la forza e il coraggio civico di incidere i cancri autentici di questa città, tutto resterà una arcinota, dolorosamente nota elencazione di pie speranze che puntualmente verranno disattese.

(Salvatore Gallo)