Le investigazioni hanno permesso di individuare, ai vertici dell’organizzazione, Gennaro Cimmino e lo spagnolo Perez Gomez Josè, soprannominato “Primo”, il quale, avvalendosi di una considerevole disponibilità di uomini, mezzi e risorse finanziarie, coordinava dal Marocco il trasferimento via mare verso la Spagna gli ingenti quantitativi di hashish, di cui una parte giungeva dalla penisola iberica in Campaniua mediante l’impiego di corrieri italiani che utilizzavano per il trasporto diverse autovetture, appositamente noleggiate di volta in volta in territorio estero. Il successivo approfondimenti investigativo consentiva di accertare che il Cimmino agiva per nome e per conto del clan Cavalieri essendo in stretto contatto con vari pregiudicati già conosciuti per il loro coinvolgimento diretto e indiretto nella faida contro i Gionta che insanguinò le strade di Torre negli anni scorsi per il controllo delle piazze di spaccio.

Ecco i vari passaggi dell´indagine che hanno portato all´arresto di questa mattina:

31 maggio 2011
Vengono inflitti i primi duri colpi all’organizzazione quando i militari della finanza scoprono e sequestrano all’interno di un garage a Portici 163 kg di hashish, 2 fucili mitragliatori kalashniknov e ed una bomba a mano.
Successivamente i finanzieri arrestano Lucio Sorvillo, locatario del garage e appartenente al gruppo criminale, il quale, avendo saputo dell’intervento, cerca di sfuggire all’arresto nascondendosi a Torre Annunziata.

20 giugno 2011
Dopo una serie di controlli, nei pressi del casello autostradale “Napoli Sud” vengono sorpresi Antonio Balzano e Tatiana Pershina mentre trasportano, a bordo di una Volkswagen Golf noleggiata in Germania, 160 kg di hashish. In concomitanza di questo episodio, Perez Gomez Jose, assegna l’incarico a Gennaro Cimmino di allestire un’imbarcazione, della lunghezza di 26 metri, da impiegare per il trasporto di numerose tonnellate di sostanza stupefacente dalle coste nordafricane a quelle spagnole.
Cimmino si rivolge, per la costruzione dell’imbarcazione, alla “Izzo Mare” di Rovigliano che, in sei mesi, realizza un potentissimo yatch capace di raggiungere la velocità di 50 nodi, con l’evidente fine di sottrarsi a qualsiasi controllo o inseguimento. L´imbaracazione inoltre è dotata di una grandissima autonomia, che gli avrebbe consentito di affrontare anche il viaggio di ritorno dalla Spagna al Marocco senza dover effettuare alcun rifornimento, e di un sistema radar in grado di intercettare a distanza di molte miglia marine qualsiasi imbarcazione in avvicinamento.

Il 23 dicembre 2011
L’imbarcazione costruita, denominata “Gen.Ci.” parte dalle coste campane per raggiungere il Marocco dove, con il suo equipaggio composto da 11 persone, procede alle operazioni di carico della droga che sarebbe poi stata trasportata sulle coste spagnole. Al fine di reprimere il traffico, la Direzione Distrettuale Antimafia organizza un coordinamento operativo con l’autorità giudiziaria spagnola. Immediatamente si tiene un summit a Madrid tra i magistrati italiani e spagnoli al quale partecipano anche gli investigatori del G.O.A. di Napoli e il personale del Comando Operativo Aeronavale di Pratica di Mare.

13 gennaio 2012
L’operazione prende corpo. Al largo delle isole Baleari le motovedette della Guardia di Finanza intercetta la “Gen.Ci.” che naviga a fari spenti insieme ad un catamarano e ad un gommone di 12 metri anch’esso intestato alla “Izzo Mare”. Alla vista delle motovedette i tre natanti prendono direzioni diverse dandosi alla fuga. Durante l’inseguimento, durato tre, l’equipaggio riesce a liberarsi della droga, circa 10 tonnellate, gettandola in mare. Alla fine vengono raggiunti dalle fiamme gialle che procedono all’arresto delle 11 persone dell’equipaggio.

4 aprile 2012,
I finanzieri del G.I.C.O. arrestano Gennaro Cimmino e Salvatore Izzo.

Maggio 2012:
Provvedimento di sequestro di tutti i beni riconducibili a Cimmino, nonché dello yatch “Gen.Ci.” ed un potente motoscafo di proprietà della Izzo Mare per un valore complessivo pari a circa 3 milioni di euro.