Ospitiamo nella rubrica editoriale una interessante riflessione dell´associazione "Verso Sud" in occasione dell´anniversario dello scoppio dei carri.

Il 21 gennaio è una data che dovremmo imparare a coltivare nella memoria di Torre Annunziata: nello scoppio che sessantasette anni fa squarciò la città, con vittime danni e sofferenze, risiede un pezzo della nostra storia che dobbiamo conoscere per avere la forza e gli strumenti per ribaltarla. Il 21 gennaio del 1946 i nostri concittadini scoprirono che non c’era limite al dolore, dopo la tremenda guerra e due anni dopo l’ultima eruzione del Vesuvio. Non ci può bastare, dopo 67 anni, la commemorazione dei nostri morti ma dobbiamo lasciar parlare la nostra coscienza civile, il fatto che siamo ancora dopo tanti anni a tentare di avviare un riscatto civile e sociale della nostra città. Pensiamo che stiamo rispettando la memoria delle nostre vittime se, dopo tanti anni, quella stessa parte della nostra città è ancora così come l’hanno lasciata le bombe, e anzi ogni giorno un altro pezzo di quelle case viene giù, per l’abbandono e l’incuria? La nostra associazione ha scelto di stare con la parte più debole e vilipesa dei cittadini, e non è più disponibile ad accettare le transenne della vergogna, che aggiungono dolore al dolore di allora, e al dolore che si è accumulato in questi lunghi 67 anni. Se il 21 gennaio di allora fu una catastrofe che si consumò nel giro di una giornata, a seguito dei ripetuti scoppi, il 21 gennaio del 2013 trova invece quella stessa parte di città sventrata dall’incapacità di chi oggi, amministratori, intellettuali, professionisti, dovrebbe mettere mente e passione a disposizione di una città che crolla dopo ogni pioggia. L’associazione Verso Sud non ha corone da depositare, oggi. Con la nostra associazione riteniamo che per onorare la memoria dei nostri concittadini, bisogna trovare tutta l’energia per trovare soluzioni e costruire una nuova città, che dal mare, dal borgo dei pescatori faccia pulizia del degrado per costruire una nuova civiltà urbana, proprio a partire da Sud di Torre. I crolli delle case di questi ultimi mesi sono, per la nostra coscienza, gravi quanto il crollo di un mosaico: ma se davanti all’incuria nella quale versano le aree archeologiche si sta rispondendo con progetti di cura, restauro e manutenzione, nel nostro Comune si risponde chiedendo un censimento del degrado. E poi? Non abbiamo altro da dire in questa città, se non aggiornare la contabilità dei crolli? A questa città non può bastare un censimento, servono idee, progetti e capacità di realizzazione. Non servono un’amministrazione e un consiglio comunale specializzati in comunicati stampa vuoti. Dopo lo scoppio dei carri, Torre Annunziata fu visitata, aiutata dalle autorità locali e nazionali: oggi, la nostra città è senza futuro, dimenticata. Per questo, ci sentiamo impegnati a pensare e realizzare una nuova città, e rivolgiamo un appello alle persone che abbiano a cuore il futuro di Torre Annunziata, che si impegnino a progettare nel rispetto della storia, della cultura e dell’ambiente, per una nuova qualità urbana di tutti i cittadini torresi.
Associazione Verso Sud