Doveva essere un´estate di felicità e tranquillità in casa Savoia, dopo la vittoria del campionato. Un´estate da dedicare solo alla costruzione di una squadra competitiva per la serie D. E invece no. Prima la grana stadio Giraud, poi la questione Lombardi, ora le dichiarazioni al vetriolo di Montaperto, il grande escluso dal nuovo progetto Savoia. In mezzo solo la parentesi positiva con l´ingresso in società della cordata avellinese Grasso - Contino.
Il bomber, che con le sue 39 reti ha reso possibile la doppietta (Coppa Italia e campionato) lancia accuse pesanti a Langella, Vitter e soci. “Mi hanno deluso – ha detto il giocatore – neanche una telefonata e, inoltre, mi è stato pagato solo metà del premio promozione pattuito. Si salvano solo il presidente Verdezza, il campo e i tifosi”.
In redazione ci raggiunge un Direttore Sportivo deluso e amareggiato. Tutto poteva aspettarsi questa mattina Aniello Langella, tranne quello di andare in edicola e trovare quelle dichiarazioni.
Direttore Langella facciamo chiarezza sul caso Montaperto. Il giocatore ha rilasciato dichiarazioni pesanti. Cosa si sente di dire?
“Montaperto è un giocatore che ha 33 anni, se la sua delusione deriva dal fatto che non è stato riconfermato nel progetto Savoia, allora è comprensibile. Se poi la delusione offusca la mente e fa dire cose false e inesatte, allora non ci sto. Posso accettare tutto, ma non le bugie”.
Allora qual è la sua versione, perché non è stato riconfermato.
“Il primo motivo scaturisce dal suo comportamento scorretto sia con i dirigenti, sia con i compagni di squadra. Quasi tutte le volte che veniva ad allenarsi chiedeva soldi, a me, ai soci e ai giocatori. A volte 20 euro, a volte 50 euro. Questa cosa a lungo andare è diventata molto fastidiosa anche perché Montaperto percepiva un rimborso spese adeguato. Se aveva un problema economico non c’era nessuna difficoltà da parte nostra. Ci saremmo seduti e ne avremmo parlato. Lui invece si limitava soltanto a chiedere soldi e basta. E questo per me non è un comportamento dignitoso. Il secondo motivo è legato ad un episodio specifico, che lui frettolosamente definisce “equivoco”: durante un incontro, Lombardi mette al corrente Verdezza, Salvatore e Vitter di una telefonata ricevuta da Montaperto il quale si lamentava di non aver ricevuto i soldi. Il presidente Verdezza mi chiama per mettermi al corrente del fatto e resto basito. Immediatamente chiamo Montaperto per verificare se mi confermava quello che Lombardi aveva detto ai soci torresi, anche perché Montaperto ha ricevuto tutti i soldi in soli 8 mesi. Lo chiamai e lui negò tutto. Siccome avevo notizia che la cosa stava per diventare pubblica, gli chiesi di contattare la stampa locale per smentire queste voci false. Passarono giorni ma della smentita non vi fu traccia. Al funerale del magazziniere Mumù ci incontrammo e gli ribadii della necessità di smentire le voci che erano circolate dopo la sua telefonata a Lombardi. Di tutta risposta, il giorno dopo, sul quotidiano Metropolis comparve un´intervista nella quale Montaperto parlava di tutto tranne della cosa più importante, e cioè smentire le voci. Questo dimostrò che veramente aveva detto a Lombardi che vantava un credito dalla società. Dopo aver letto l’intervista e non aver trovato traccia della smentita concordata, lo chiamai per dirgli che il suo comportamento non mi era piaciuto per nulla e che dal quel momento non doveva più telefonarmi perchè non avrebbe più fatto parte del progetto Savoia”.
Montaperto però prova a mettersi in contatto con lei, o veramente non l’ha più chiamata?
“Si, è vero mi ha chiamato diverse volte. Ho deciso di non rispondergli perché non è stato un uomo di parola”.
Per Montaperto è lei a non essere un uomo di parola.
“Se mi accusa Montaperto allora posso stare tranquillo e sereno. Ci sono ben 40 giocatori che possono testimoniare che in due anni la mia parola è stata sempre mantenuta”.
E’ vero che non lo avete fatto parlare con la cordata avellinese?
“Non c’era nessun motivo per parlare con la cordata avellinese, perché non era ancora sicuro l’ingresso in società di Contino e Grasso”.
E’ vero che a dicembre voleva andare via?
“A dicembre non è vero che voleva andare via, voleva solo soldi in più. Lui non ama le società, nè le tifoserie, ma ama i soldi. Ad essere precisi era la società che lo stava mandando via, dopo che siamo venuti a conoscenza di alcuni comportamenti scorretti tenuti nello spogliatoio”.
Direttore possiamo essere più precisi?
“Non posso essere più preciso perché mi vergogno per lui. Sono comportamenti al limite del penale. Posso solo dire che tutto lo spogliatoio sa di cosa sto parlando. Anzi, dopo alcune verifiche fatte nelle altre squadre dove ha giocato, posso dire che non sono episodi successi soltanto a Torre Annunziata”.
Direttore un’ultima domanda: quando rientrano le sue dimissioni?
”Le mie dimissioni rientreranno solo dopo aver risolto la questione stadio. Il sindaco Starita mi ha garantito nei prossimi giorni un appuntamento per affrontare l’argomento. Una volta trovato l’accordo, ritirerò le dimissioni e tornerò ad essere al 100% il direttore sportivo dell’A.C. Savoia 1908”.
Catello Germano