Terzigno.Non c’è nessuna fotografia, nessun filmato che da solo possa descrivere un paese come Terzigno accoccolato alle falde del Vesuvio.
Un paese che risorge dalle colate di lava vulcanica e rinasce dalle ceneri con i suoi fiorenti vigneti, la sua nera terra, i rossi pomodorini dal sapore inconfondibile di “terra asciutta”, i noccioleti, le ginestre, l’aria frizzantina del mattino, le magiche cupole e il basolato lavico delle stradine.
Terzigno è un paese da assaporare passeggiando nel suo grande Parco Nazionale, tra le stradine più antiche del centro storico, i cortili delle periferie, le piazze e i monumenti dimenticati.
La mostra realizzata, dedicata soprattutto alle nuove generazioni, ha la presunzione di voler ricercare l’identità smarrita tra vecchi ricordi e foto sbiadite, perché senza passato non si costruisce il futuro.
Fotografie, filmati d’epoca, oggetti “sorprendenti”, realtà virtuale, invitano il visitatore a passeggiare nella mostra, a gustare l’atmosfera di altri tempi.
Non una mostra fotografica, quindi, ma un’esposizione che intende “vivificare” i luoghi, i volti, le diverse anime di un paese che dal fuoco distruttore e vivificatore è rinato come l’Araba Fenice.
Le fonti principali a cui la mostra attinge sono gli archivi fotografici: Archivi F.lli Alinari di Firenze; Istituto Luce di Roma; National Archives and Records Administration (NARA) in College Park, MD, USA; British Pathe Ltd, London.
Il pubblico per la prima volta potrà ammirare filmati ed immagini inediti, tra cui spicca la visione del Rione Pagani, che si perde nei meandri della storia ed è spento nella memoria dei Terzignesi.