Avviati stamani a Vico Equense i lavori della due giorni del Convegno di studi “Adolescenze, bisogni, obiettivi e risorse” organizzato dall’Asl NA3Sud, fortemente voluto dal commissario straordinario Vittorio Russo e sapientemente curato dal Luigi Granato. Diversi gli interventi, di seguito quello del sindaco Ciro Borriello, in qualità di Presidente dei Sindaci del comprensorio Asl Na3: “Nel rivolgere alle autorità, ai colleghi medici, ai presenti il più cordiale saluto dell’amministrazione di Torre del Greco e mio personale, desidero esprimere un sincero plauso agli organizzatori di questo interessante convegno dedicato ai giovani su una complessa ed affascinante tematica “Adolescenze, bisogni, obiettivi e risorse”. Questioni che riguardano i giovani, ma che di riflesso riguardano noi tutti, l’intera società. Adesso e domani e domani ancora. Gli adolescenti sono il presente ed il futuro lavorativo, sociale, culturale, affettivo e quant’altro. In questa ottica i loro bisogni sono innumerevoli, infiniti e necessitano la massima attenzione da chi come noi educatori, medici, amministratori e politici ha la possibilità e il dovere di ascoltare e offrire adeguate risposte. Mai come oggi noi adulti siamo obbligati a dare fiducia e sicurezza, motivi e ragioni ai ragazzi che si avviano a percorrere il tortuoso sentiero della vita contemporanea. Ovviamente l’orizzonte della discussione è immenso. Mi limiterò a qualche breve riflessione. Gli adolescenti dei nostri giorni di frequente vivono privi di quelle nostre passate ideologie. Non prendo in esame alcuna valenza ideologica, ma sottolineo che con la morte delle ideologie tout court inevitabilmente si è creato un vuoto esistenziale. A mio avviso rilevo che attualmente i giovani non hanno alcun riferimento se non quello del puro pragmatismo. Pensare a se stessi al di là di ogni altro interesse comunitario. Credono nella libertà i ragazzi del XXI secolo, ma non nella liberalità. Diciamocelo senza mezzi termini, la nostra società si è molto imbarbarita. Sovente i giovani sono assaliti da innumerevoli dubbi ed ecco che domina in loro un latente pensiero debole che li spinge ad interessi futili e privi di qualsiasi ricaduta pedagogica. Non a caso scandagliando le ultime ricerche sociologiche apprendiamo che i giovani sono toccati da desideri confusi per la scelta del proprio futuro lavorativo, familiare e sociale. Manca in loro la pur minima elaborazione di una prospettiva delle loro scelte vicine e lontane. Non a caso risulta una maggiore evasione scolastica, come, del resto, l’aumento di fughe dalla famiglia. Ancora peggio li vediamo in cronache violente, coinvolti in rapine, in azioni criminali, in tragiche delusioni d’amore, oppure in complesse incomprensioni con la famiglia, gli amici, la società. Insomma, vediamo ragazzi deboli, indifesi, tanto che è sufficiente la perdita di una sola tessera di quel complesso puzzle delle loro sottili sicurezze che scattano le più atroci tragedie. Siamo consapevoli che l’adolescenza è materia complessa e delicata da vivere e da comprendere. Che la giovinezza è fuoco ardente sotto la cenere, pronto ad infiammarsi al pur minimo intoppo esistenziale è da sempre arcinoto. Lo sappiamo benissimo noi che siamo già stati giovani, anche se sovente ce ne dimentichiamo. È pur vero che ci sono tanti adolescenti che sanno ben rispondere e affrontare le complessità della vita, anzi non pochi con gioia, serenità e determinazione affrontano con successo il mondo della scuola, dell’università, del lavoro, ma comunque sono ancora pochi in confronto ed in un contesto nazionale ed internazionale, dove si lamentano grosse difficoltà e notevoli disagi sotto molteplici aspetti. Alla perdita di quelle accennate ideologie, oggi i ragazzi trovano, attraverso l’accettazione di una serie di falsi valori, una certa soddisfazione, che però alla lunga non appaga e non riempie quel vuoto con cui quotidianamente devono fare i conti. Oggi è dilagante un cosmo virtuale, colmo di becero consumismo che inevitabilmente conduce ad una perdita di identità. Una condizione che spesso va dritto a quel male di vivere che aumenta sempre di più. In particolare tra i giovani del mondo occidentale. Ribadisco che la questione è ampia e complessa e meriterebbe ben altre e più profonde analisi perché ogni contesto, quello dei giovani rapportato alla famiglia, alla scuola, al lavoro, alle istituzioni, alla politica, ai valori autentici dell’essere, dell’Uomo, meriterebbe ben altre considerazioni. Ma non intendo sottrarre tempo e spazio agli esperti e ai validi relatori in programma. Per questo, concludo con un sincero auspicio, anzi, con qualche cosa di più, una solenne promessa: nell’odierna complessa società, ancora di più noi adulti dobbiamo impegnarci a vivere con profonda e maggiore empatia le istanze dei giovani per potere essere all’altezza di dare risposte vere e autentiche ai loro bisogni, per facilitarli a spianare la strade per il raggiungimento dei loro obiettivi, per considerarli risorse straordinarie per costruire un futuro migliore, per riempire quella noia, quel vuoto che spesso li assale”.