Mister: lascia o resta alla guida del Vesevus Trecase?

Quasi arrivati a fine campionato, è tempo per le società e per i propri mister di tirare le somme e guardare al futuro. Pertanto, abbiamo chiesto a mister Marano (del Vesevus Trecase), le sue considerazioni in merito al campionato, alla sua prima esperienza in Serie B e infine i suoi programmi per il futuro, considerata la sua crescita esponenziale nel giro di tre anni alla guida delle vesuviane.

Come le è sembrata questa nuova esperienza in B con un gruppo che non si è distaccato molto da quello dello scorso anno?

Molto bella e soddisfacente. Siamo riusciti, lavorando assieme al preparatore Giuseppe Vito, alle ragazze e alla società di creare un bel gruppo e un ottimo rapporto sia in campo che fuori, accompagnato da ottimi risultati, che come primo anno in B non è male. L’unica nota negativa quest’anno, un po’ di infortuni di troppo che hanno tenuto banco sin dal ritiro a Morcone e che ci stanno tutt’ora penalizzando.

Più le gioie o i dolori da questo campionato?

Direi pari. Di gioie, assieme al gruppo delle ragazze ne ho vissute tante, sia dentro che fuori dal campo come divertimento e come vittorie (soprattutto quella contro l’Acese) ma purtroppo anche tanti dolori a seguito, come detto prima, di infortuni che ancora oggi non hanno permesso il pieno recupero di Visiello, Cascone, Manzo, De Cesare, poi è capitata la partenza per motivi di studio di Giusy Miranda. Tutti validi elementi che facendo parte della rosa avrebbero dato una marcia in più e mi avrebbero dato la possibilità di fare scelte più ragionate in quanto mi son ritrovato a far scendere in campo giocatrici ancora non del tutto recuperate dall’infortunio e giocatrici fuori ruolo.

Con le “sue” ragazze ormai il rapporto è collaudato, ma i nuovi acquisti si sono integrati al suo modo d’essere?

Direi proprio di si. Con il gruppo dello scorso anno, ho avuto sempre un rapporto bellissimo. Ma anche con i 5 nuovi acquisti si è instaurato da subito un rapporto di stima e di fiducia reciproca. Sin da subito, queste ragazze che avevano già esperienza di Serie B, si sono subito messe al servizio del gruppo e con molta umiltà “più sono brave, più sono umili” han saputo prendere per mano le altre e farle crescere. Un plauso và davvero a tutte: alle “vecchie” e alle nuove iniziando dal numero uno Radu, che se avesse un po’ di continuità in più risulterebbe uno dei migliori portieri a livello nazionale, la “divina” Pastorini, alla grintosa Grillo, all’ingenua Sica (Marika contro tutti), alla spumeggiante e brava Catapano e dulcis in fundo anche se non ci ha deliziato con la sua bravura, ferma a causa di infortuni “Occhi di ghiaccio” De Cesare. Ma se dovessi dire, chi durante questo campionato, impegnativo, è davvero cresciuta calcisticamente, mi vengono in mente: Esposito Alessandra, che appena oggi si affaccia nel calcio che conta, ragazza molto seria e volenterosa con molta voglia di imparare; Ascione Simona, fino a ieri campionessa Europea di Judo che sono appena 2 mesi che gioca a calcio e mostra già notevoli progressi; e per finire Fontanella Annalisa (mia nipote), un baluardo della difesa Vesuviana capace di portare il ruolo di capitano anche fuori dal campo, e grazie a me oggi ritorna ad essere una delle calciatrici più brave a livello regionale, nel calcio che conta; un talento naturale, apprezzata sia dalle compagne di squadra che dalle altre società. A tutte un grazie di vero cuore.

Si porta dietro qualche rammarico da questa esperienza in cadetteria?

Si, un bel po’ di rammarichi ad essere onesto. Il rammarico più grande è quello di non aver avuto una rosa perfetta, ben assortita. Quest’anno la nostra rosa era formata infatti da tutti difensori, pochi centrocampisti e un solo trequartista ed ogni Domenica era un’impresa riuscire a mettere in campo una formazione consona al proprio ruolo, vedi Catapano che non ha giocato mai come terzino che è il suo ruolo. Nella prossima progettualità la società se seguirà i miei consigli dovrà doppiare il ruolo di ciascuna ragazza partendo, ovviamente, da un buon livello, per offrire una sana e costruttiva competizione tra di loro ma soprattutto per raggiungere il risultato finale prefisso che è quello dell’ A2. Gli errori commessi quest’anno sono stati tanti, dovuti soprattutto all’inesperienza, ma se sul tavolo, ci sarà un valido progetto si può imbastire un ottimo campionato sperando di non ricadere nuovamente negli stessi errori, soprattutto a livello organizzativo.

Un futuro ambizioso il suo. Cosa bolle in pentola?

Beh, a me piace essere sempre onesto e corretto verso tutti. Ho parlato chiaro con la società e se entro 15 giorni non dovesse darmi una risposta positiva al mio progetto, sarò libero di ricominciare nuovamente e rimettermi in gioco. Non so se restando nel panorama femminile o valutando nuovamente il calcio maschile. Tutto dipende dal progetto che mi si offre. Di questa situazione, ho parlato anche con le ragazze e già sanno che se il progetto della società non dovesse soddisfarmi e se non verranno seguite le mie direttive non sarò più alla guida della squadra il prossimo campionato.

Le piacerebbe ripetere l’esperienza del calcio femminile con i suoi mille problemi?

Certamente! Perché comunque è stata un’esperienza che mi ha molto arricchito sia personalmente che professionalmente. Dietro alla semplice partita di pallone, ho scoperto mille cose, mille problemi che anziché portarmi ad allontanarmi, mi hanno attirato sempre di più al punto da volerli condividere anche con le mie ragazze non certamente rimanendone fuori. E la cosa che mi ha fatto stare bene è essere riuscito, con il mio piccolo apporto, a risolverne anche qualcuno di una certa importanza.

In che modo il calcio femminile ha accresciuto il suo bagaglio di esperienza?

Dal punto di vista professionale, sono stati 3 anni molto intensi che mi hanno assorbito tanto, al punto che ho approfondito le mie conoscenze facendo corsi di aggiornamento e frequentando con successo il corso per Allenatore di Base Uefa, cosa che fino ad oggi non avevo mai voluto fare. Questo proprio perché ho sentito la necessità di dare qualcosa alle mie ragazze, ma anche a me stesso. Dal punto di vista umano, invece, mi son ritrovato davanti una realtà che non conoscevo, ricca di insidie, ed entrando in questo contesto quasi subito, ho avuto un brutto impatto, vivendo un episodio tragico successo a una ragazza, che mi ha fatto aprire gli occhi dandomi quella spinta e quella volontà a vivere ed affrontare assieme a loro le loro problematiche.

Quali cambiamenti apporterebbe a livello di società?

Appena arrivato, 3 anni fa, mi son reso conto che non c’erano basi organizzative di nessun tipo, né in campo, né fuori dal campo. Sin da subito, ho preso molto a cuore questa situazione, anche perché è la mia indole mettere a disposizione la mia esperienza per gli altri affinché possa nascere qualcosa di bello e di positivo come oggi è nato. Ho, quindi, fatto in modo di instaurare un rapporto sincero e professionale sia con il presidente D’Auria che con il suo Vice Avino e instaurato un ottimo rapporto con Dalia Sorrentino che si occupava dell’entourage che girava intorno alla squadra (ma oggi non più), ho sempre avuto ottimi rapporti di stima e onestà con i miei collaboratori; il primo anno mi ha dato tanto l’esperienza di Attaianese, Nocerino e la stessa Dalia che mi hanno fatto capire il calcio femminile a me sconosciuto. Il secondo anno ho avuto la collaborazione del bravo Gianni Tancredi, e quest’anno il piacere di avere un collaboratore a 360° come Vito Peppe, ragazzo calcisticamente bravo e preparato e al di fuori dal campo disponibile, serio e capace di farsi valere in qualsiasi circostanza. Alla lunga, tutti insieme siamo cresciuti e qualche risultato si è visto, anche se non è ancora sufficiente. Quello che totalmente manca ad esempio, a questa squadra è la presenza di persone (da me continuamente suggerito) che seguono attivamente la squadra e che possono aiutare anche nei compiti più semplici, sollevando così la dirigenza da piccoli impegni, mettendo la loro capacità a disposizione di faccende più serie. Non sapendo quindi, se il prossimo anno farò parte o meno di questo gruppo, voglio fare un appello alle ragazze e dire una cosa importante cioè che la mia disponibilità per voi, sia in campo che fuori dal campo è sempre la stessa. Su di me potete contare in qualsiasi momento. Alla società, invece, voglio dire che anche per loro la mia professionalità e conoscenza calcistica resterà a loro disposizione, dopotutto se ho passato 3 anni splendidi, avendo avuto il piacere di conoscere ragazze favolose, è anche merito loro. Grazie.