TRECASE – Veramente encomiabile l’iniziativa di un gruppo di volenterosi locali che hanno fatto nascere l’Associazione “Insieme per la vita”.
Encomiabili: Di Leva Luigi, Villano Eduardo, Trapani Luigi, Brancaccio Salvatore, Esposito Pasqualina, Brancaccio Anna, Ceruso Giuseppina, Cesarino Giuseppe, Cirillo Anna Maria, Cirillo Francesca, Colantonio Filomena, Di Benedetto Pasquale, Eliano Franco, Frappola Francesco, Gargiulo Aniello, Langella Rosa, Santilli Giovanni, Solimeno Paolina, Zeffiro Anna e Zeffiro Carmela.
Lo scopo primario del Sodalizio, presieduto dal dr. Luigi Di Leva, è quello di salvaguardare la vita umana attraverso la diffusione della rianimazione cardiopolmonare (RCP), e la diffusione della cultura sanitaria in materia di assistenza in emergenza-urgenza, con particolare riguardo alla informazione e formazione di coloro che non appartengano alle professioni sanitarie riconosciute e della comunità per sapere ed imparare cosa fare e come agire in caso di emergenza.
L’Associazione si propone, inoltre: di operare con confederazioni, organizzazioni e istituzioni, interessate ai programmi di addestramento alla rianimazione, e alle prime manovre salvavita; di organizzare e di partecipare all´organizzazione di convegni scientifici e manifestazioni pubbliche; di promuovere e diffondere la formazione di una coscienza pubblica e l’educazione alla cultura dell’emergenza, sensibilizzando l´attenzione del mondo scientifico, delle istituzioni pubbliche e private ed in particolare gli ambiti della scuola, del lavoro, dello sport e della comunicazione alla pratica della RCP e ai problemi connessi all’emergenza sanitaria, anche attraverso corsi di formazione, diversi e calibrati per le distinte categorie. In una prima fase, l’Associazione si impegnerà ad organizzare incontri a piccoli gruppi tra i cittadini di Trecase per poter formare una educazione sanitaria continua con particolare attenzione ai problemi di emergenza – urgenza in modo da poter assistere con un minimo di scienza e coscienza le persone che hanno bisogno seguendo le linee guida dell’emergenza.
In realtà tali incontri verteranno su argomenti di primo soccorso per educare i cittadini all’approccio del paziente critico, dal riconoscimento del paziente critico all’allertamento precoce dei mezzi di soccorso, alla messa in sicurezza delle varie scene di soccorso, all’assistenza del paziente critico durante il gap che si crea tra l’allertamento e l’arrivo del mezzo di soccorso. Inoltre intende educare i cittadini al riconoscimento delle emergenze in modo da non intasare le strutture di primo soccorso inutilmente o impegnare i mezzi di soccorso inutilmente, ma collaborare con il personale specializzato nelle emergenze e saper assumere un comportamento consono nelle strutture dedicate all’emergenza.
Siffatta educazione sanitaria ha come scopo finale: La massima solidarietà tra le persone nei momenti estremi di bisogno. La diffusione della esatta tecnica per l’allertamento dei mezzi di soccorso. La diffusione della corretta assistenza al paziente in attesa dei mezzi di soccorso. La collaborazione tra i cittadini ed il personale esperto dei soccorsi. La collaborazione continua tra i cittadini e le strutture sanitarie di emergenza. La diffusione della cultura della vita. Il tutto promuovendo attività di utilità sociale e di solidarietà sia verso gli associati che verso terzi, finalizzate alla conoscenza ed agli scambi culturali nonché al miglioramento e lo sviluppo delle attrezzature sanitarie nelle strutture e locali aperti al pubblico quale enti pubblici, scuole, associazioni etc.
Tale iniziativa – ci diceva il dr. Luigi di Leva – nasce da un fatto accaduto una domenica durante la celebrazione Eucaristica.
Una persona che sta male e nessuno che sappia fare nulla in attesa dell´arrivo dei soccorsi.
E´ inutile addestrare una decina di persone e metterle di guardia in Parrocchia, è importante dare un minimo di conoscenze a quante più persone possibili aiutarle a capire chi ha bisogno e di cosa e cosa fare durante quei pochi minuti in attesa dei soccorsi. I nostri nonni, senza sapere né leggere né scrivere, erano molto più preparati ed allenati di noi in questo campo in quanto la loro competenza era dettata dalla generosità e dalla dedizione verso gli altri, ma anche dalla protezione per i più piccoli; mi ricordo da bambino, gli anziani che discutevano cosa fare quando un bambino si affogava, quella che oggi chiamiamo: ostruzione delle vie aeree.
Si informavano e cercavano di sensibilizzarsi l´un l´altro su questi problemi. Del resto la Sanità è nata dalla solidarietà tra gli uomini, solo adesso è stata degradata a mera azienda.
Credo che solo rifondando la sanità nell´aiuto reciproco possiamo migliorare la qualità della nostra vita. Il rispetto per chi soffre, l´aiuto primario per gli ammalati, è compito di tutti noi. Non dobbiamo affollare i pronto soccorsi per cose che possiamo risolvere con i nostri medici.
E´ impensabile impegnare un mezzo di soccorso per una sciocchezza e solo perché abbiamo paura di tutto.
Mentre un medico di emergenza è impegnato con una persona che non ha bisogno ci potrebbe essere un altro che realmente ha bisogno.
Per questo motivo dobbiamo imparare a riconoscere la gravità delle cose ed affrontarle degnamente.
Lo stesso discorso vale per il Pronto Soccorso, il personale non deve essere stressato per sciocchezze, altrimenti rischia di arrivare ad un codice rosso già stanco.
Ma poi, il rispetto anche per i posti occupati in PS.
Credo che solo imparando a rispettare gli altri nella solidarietà possiamo costruire una vera rete di emergenza nella quale si possono muovere con molta più agilità l´ambulanza ed il pronto soccorso. -

NINO VICIDOMINI