Sono coinvolti due volti noti dell´impenditoria torrese nell´inchiesta della Procura di Firenze ribattezzata "Espresso". 16 arresti e oltre 40 indagati dai magistrati fiorentini che in questi anni hanno fatto luce su diverse gare d´appalto di Trenitalia e dell´azienda di trasporto campano Sepsa. Secondo gli inquirenti alle gare si presentavano aziende che sulla carta erano concorrenti, ma che in realtà avevano formato un cartello con l´obiettivo di falsificare le gare aggiudicandosi così gli appalti.
Cesaro Damiano e Stefano Acciaio sono i due personaggi torresi coinvolti nell´inchiesta: il primo è destinatario di una ordinanza di custodia in carcere (inizialmente era destinatario di una ordinanza ai domiciliari, ma poi la posizione si è aggravata), il secondo, già presidente di Assoimprese, è invece amministratore del polo ferroviario campano – società consortile.
Intanto con una dura nota il vertice delle Ferrovie dello Stato interviene sulla notizia, dichiarando che si costituirà parte civile.

Ai domiciliari sono finiti gli imprenditori Guglielmo e Antonio Del Vecchio e Riccardo Poggi, oltre ai funzionari di Trenitalia Tiberio Casali, Marco Mazzanti e Giovanni Mugnai. Per altri nove imprenditori è scattata la misura del «divieto temporaneo di esercitare tutte le attività inerenti uffici direttivi presso persone giuridiche ed imprese».
Perquisizioni e arresti hanno riguardato le province di Napoli, Firenze, Bari, Bologna, Perugia, Salerno, Genova e Caserta.
L’inchiesta è partita dalla denuncia di un imprenditore che poi è stato indagato perché ritenuto coinvolto nei reati. Ai magistrati l´imprenditore che lavora da anni come fornitore nel settore ferroviario, riferiva di avere subito pressioni e veri e propri tentativi di concussione da parte del funzionario di Trenitalia commisurabili nella percentuale del 2,5% dell’importo delle gare di appalto. Somme finalizzate a evitare problemi nel prosieguo della produzione, dopo l’aggiudicazione della gara.

LE INTERCETTAZIONI
«Sono una escort, più mi paghi e più te ne faccio, più mi paghi e, maggiore è la prestazione». È un passaggio delle intercettazioni contenute negli atti dell’inchiesta fiorentina. La conversazione telefonica è fra due tecnici di Trenitalia e, secondo gli investigatori, conferma la corruzione.
E l’interlocutore replica: «No, io faccio una tantum, tu dare denaro e vedere cammello, pagare di più cammello e anche camminare, appena non dare più denaro, cammello smettere di camminare. Poi si ferma e aspetta l’acqua».