Immagini e video di morte, agghiaccianti, con testimoni diretti che cercano di portare all´estero quanto sta accadendo a Tunisi, nella cosiddetta guerra del pane. Un mezzo speciale di comunicazione in queste ore è Facebook. E proprio uno degli iscritti al social network, italiano, originario di un paese vesuviano, per lavoro a Tunisi, dove ha sposato una donna del luogo, sta raccontando gli scontri in atto, con l´inserimento di filmati acquisiti via web, oppure fattigli recapitare da qualche amico tunisino.
La mamma del giovane, che gli raccomanda "prudenza", è preoccupata per quanto sta accadendo, e riesce a tenersi in contatto con il figlio proprio grazie al social network, dove si é aperta una vera e propria discussione tra amici italiani e tunisini. Un filo diretto, che il giovane teme possa essere interrotto, come lui stesso scrive raccontando di "interferenze improvvise".
"Aveva anche un filmato di un bambino ucciso - racconta la madre, che chiede l´anonimato proprio per proteggere il figlio - ma non riesce più a recuperarlo. Teme che tutto quanto sta mettendo in rete prima o poi venga oscurato. Ma lui, insieme con i suoi amici tunisini, sta raccogliendo testimonianze e chiede la solidarietà degli italiani". "Vi prego - scrive il giovane - solidarizzate, e se ci sono le condizione organizzate cortei di solidarietà. Scendete in piazza voi che potete farlo in maniera pacifica, e fate sentire importante questa misera gioventù. Se lo meritano! Ciao a tutti da Tunisi".