A poche ore dalla ufficializzazione delle liste e dei candidati a sindaco, intervistiamo Nando Uliano, candidato con la coalizione "Insieme x il Cambiamento" con un´insieme di liste civiche.

Come mai la scelta di candidarsi a Sindaco?

“Non è una scelta di oggi ne di qualche mese fa ma ha inizio quando, tre anni fa, lasciai Palazzo De Fusco da vicesindaco perché non condividevo più il percorso di D’Alessio, della sua amministrazione e del metodo politico che stavano portando avanti. Capisco che in politica ci sono i compromessi però li accetto solo quando sono per la città.
All’indomani delle mie dimissioni ho iniziato, da scout che sono e me ne vanto e col mio gruppo storico, a parlare di nuovo alla città. A livello locale mi ritengo simile a Matteo Renzi perché entrambi abbiamo un percorso nella società civile”.

Come Renzi, il parlamento è l’ambizione per il futuro?

“No, anzi. Io volevo restare parroco di campagna. Ho sempre detto di scegliere qualcun altro come candidato a sindaco nonostante mi piaccia amministrare”.

Cosa manca alla città?

“Una tradizione politica. Ogni qual volta ci sono state le elezioni in città, si sono aperte numerose sezioni che chiudevano con la fine dello spoglio. Il partito non è mai esistito. Tutti quelli che entrano nel palazzo comunale coltivano solo il proprio orticello”.

Lei è del Partito Democratico o sbaglio?

“Io e pochi altri siamo i soli referenti del partito, provenendo tutti da DS e Margherita. Sono stato l’unico che in tempi non sospetti, nelle prime elezioni per Renzi segretario, ho creato un comitato pro Renzi mentre tutti votarono Bersani.
Dirò di più, se essere del PD vuol dire essere renziani, io vado oltre. Io sono per una rottamazione totale, non generazionale ma di vecchi metodi. Mai utilizzerò una macchina blu e a tutti i candidati che mi supportano ho chiesto di firmare una carta etica che prevede l’abolizione delle agevolazioni agli amministratori”.

Com’è il suo rapporto col partito adesso, visto che sostiene un altro candidato a sindaco?

“Ottimo, sono ancora iscritto. Non so se il simbolo del partito sarà presentato a sostegno di qualche candidatura.”.

Tornando alla città, si assiste sempre di più ad un turismo mordi e fuggi. Come pensa si possa invertire questo flusso e creare lavoro?

“Il nostro programma è molto chiaro e non faremo promesse soprattutto per il lavoro. Il turismo ci darà una mano, trasformando da quello che stiamo vivendo in questi anni in flussi che vivranno la città per più giorni
come in tutte le città religiose o con siti archeologici. Dobbiamo fare in modo che il turista resti in città”.

Mancano, però, le strutture idonee per accogliere un grande flusso turistico.

“Lavoreremo su un nuovo piano regolatore che manca a Pompei da 40 anni. Questo è un errore che ha fatto la politica ed al quale cercheremo di porre rimedio nella massima trasparenza, rispettando il territorio, la soprintendenza ed i vincoli come zona rossa”.

A proposito di ridisegnare la città, la sola costruzione della Cartiera ha acceso fibrillazioni nei commercianti del centro. Come pensa di risolvere questa questione?

“Ripristinare il commercio al centro è un mio obiettivo per questo credo che si debba ripensare al turismo che porta con se un mercato differente da quello del centro commerciale. Occorre rimboccarsi le maniche tutti insieme compresi i commercianti che mi sostengono con la loro lista Pompei 2.0. Bisogna lavorare tantissimo, partendo da zero”.

Che idea ha sulla situazione della Cartiera?

“Noi siamo per la legalità, la trasparenza ed accettiamo la sentenza del consiglio di stato. La futura amministrazione non può annullare posti di lavoro, considerando gli investimenti di numerosi imprenditori e i tanti giovani che lavorano all’interno del centro commerciale.
Voglio però sottolineare che se ci sono stati degli abusi o dei reati, io non fermerò la giustizia”.

Chiudendo proprio sulla legalità, sabato ha organizzato una manifestazione alla quale parteciperà anche il fratello dell’ex sindaco Vassallo. Al di la delle manifestazioni, come si può tradurre la legalità in un comune che è stato più volte sotto l’attenzione della commissione prefettizia?

“Da sempre Angelo Vassalo, il sindaco pescatore che fu ucciso barbaramente, è stato un mio punto di riferimento. Nella mia vita ho avuto eroi di bontà, di pace e di una buona gestione della cosa pubblica. Per questo motivo per me è fondamentale la legalità e la trasparenza, non come ne parlano molti, strumentalizzandola.
Metaforicamente il palazzo comunale dovrebbe essere trasparente come il vetro perché il cittadino deve sapere cosa si fa all’interno, dobbiamo rendere gli atti comunali a disposizione di tutti.
Nella nostra carta etica abbiamo previsto il consiglio comunale itinerante. Questo lo farò nelle periferie, di sera, così che chiunque può partecipare”.

Sembra una promessa stile Berlusconi.

“Io ci credo, perché stare a palazzo comunale non serve, bisogna utilizzarlo per il cerimoniale ogni tanto e poi andare dalla gente che sono loro a darci il consenso.
Metterò in campo un comitato per la legalità nella città del Beato Bartolo Longo. La facciata del santuario è dedicata alla pace mondiale e questo per me è fondamentale”.


Raffaele Perrotta