Continua spedita la marcia del Savoia verso la meritata conquista della Lega Pro. Al "Giraud" i bianchi, dopo una prima frazione poco brillante, stendono anche l´Orlandina (3-1 il risultato finale), conquistando l´undicesimo risultato utile consecutivo in campionato (ultimo stop subito il lontano 24 novembre scorso, 0-1 a Gioia Tauro, ndr).

LA PARTITA. La formazione di Feola, affidatosi nuovamente al classico 4-2-3-1, parte bene. Il Savoia appare concentrato, voglioso e soprattutto con le giuste distanze tra i reparti. De Liguori, in mediana, è rinvigorito rispetto alle ultime prestazioni sotto tono. Positivo anche l´avvio di Tiscione che, prima di scambiare la fascia di competenza con Scarpa, fa in tempo ad ubriacare, con le solite giocate, il malcapitato Di Bella. Al 21´ i bianchi trovano il vantaggio. Capitan Scarpa è atterrato, in area, da un maldestro intervento di Ignazzitto. Nessun dubbio per Serani di Foligno che concede la massima punizione. Dal dischetto il capitano fa centro, toccando, con un chirurgico piatto destro sotto la traversa, quota diciassette in classifica marcatori.
Ottenuto il vantaggio accade quel che non ti aspetti. La capolista perde la giusta concentrazione lasciandosi raggiungere al 41´ da Frisenda, lesto a spedire alle spalle dell´incolpevole Maiellaro colpendo di testa, in area, ed in beata solitudine.

Nella ripresa, la svolta. Al 14´ De Liguori, direttamente da calcio piazzato, offre a Del Sorbo un traversone mancino al bacio. L´attaccante ex Gladiator si avvita di testa battendo, all´angolo basso, il portiere Caserta. Poco dopo ancora Del Sorbo, stavolta ben assistito da Tiscione, cala il raddoppio personale, mettendo in ghiaccio l´incontro con un destro preciso all´altezza del dischetto. Orlandina praticamente tramortita.
C´è ancora il tempo, però, per l´uscita polemica dal terreno di gioco di Beppe Meloni. Sostituito al 18´ della ripresa da Bizzarro, il bomber sardo perde la testa, gettando la maglia in panchina e dirigendosi, direttamente, verso gli spogliatoi. In sala stampa lo stesso Meloni si scuserà, anche nei confronti della curva (che lo aveva sonoramente fischiato), per il brutto quanto istintivo gesto di rabbia. A recriminare, però, è anche Tiscione. Il folletto palermitano, infatti, prima si conquista il secondo rigore di giornata (atterrato da Calderone). Poi, su gentil concessione di Scarpa, sbaglia clamorosamente dal dischetto, con una conclusione centrale respinta di piede dall´estremo avversario.

Termina, così, 3 a 1 per gli oplontini, che mantengono anche l´imbattibilità casalinga stagionale; ulteriore record da rincorrere ed abbattere all´esito delle ormai celeberrime "ultime nove finali".

Salvatore Piro