Un’intera famiglia composta da padre e due figli dediti all’attività usuraia. Due di essi sono stati arrestati, uno non potrà, per ora, risiedere nel comune di Pompei. Le indagini sono state condotte dai finanzieri del Comando Provinciale coordinate dal procuratore aggiunto presso il Tribunale di Torre Annunziata Raffaele Marino. Le manette sono scattate ai polsi di Umberto e Giovanni Scognamiglio di 61 e 38 anni mentre il divieto di dimora è stato imposto a
Roberto Scogamiglio di 21 anni. Umberto e Giovanni Scognamiglio erano personaggi già noti alla magistratura di Torre Annunziata, in particolare Umberto che risulta essere già stato condannato per usura nel 2006 e per fatti commessi dal 2001 al 2003 per i quali era ancora libero in quanto le sentenze non sono ancora definitive.
I tassi usurai praticati variavano dal 60 al 170 per cento all´anno con almeno 20 imprenditori nel mirino, della zona vesuviana ma anche residenti in Lombardia, e utili dello strozzinaggio reinvestiti, tra l´altro, anche in un´agenzia di raccolta scommesse.
Secondo il procuratore aggiunto Raffaele Marino, «è stato disarticolato uno dei più pericolosi gruppi che praticano abitualmente e professionalmente l´attività usuraia nell´area oplontina-pompeiana». Nel corso dell´operazione sono stati sequestrati titoli, conti bancari e postali per un importo complessivo di 500 mila euro, auto (Mercedes e Bmw) per un valore di 250 mila euro, polizze assicurative per 82 mila euro e un´agenzia di raccolta scommesse intestata a quella che la Procura ritiene una società prestanome. Il valore è di 2 milioni e mezzo di euro. Nel provvedimento cautelare emesso oggi, inoltre, la moglie di Giovanni Scognamiglio, finito in carcere, di 30 anni, ed un´ altra donna, di 40 anni, sono state iscritte nel registro degli indagati in quanto a capo della società che gestiva l´agenzia di raccolta scommesse. Secondo l´accusa, le due donne avrebbero svolto il ruolo di fittizie intestatarie delle quote societarie e delle cariche amministrative dell´agenzia.