Vasco Rossi e Ligabue sono ai ferri corti. Almeno a voler dar retta all´ufficialità di Facebook. È il Blasco, sul suo profilo seguito da quasi due milioni di fan, a lanciare la sfida: "Caro Liga, quando avrai scritto anche tu quasi 200 canzoni e avrai pubblicato 16 album inediti potrai essere messo sul mio stesso piano. Devi mangiare ancora un po´ di polenta prima di poterti confrontare con me", ha scritto Vasco intorno alle 20 di domenica sera. Una nota che è stata pubblicata bene in evidenza nella bacheca (ovvero nella prima pagina del profilo) sotto il titolo: "Ho inaugurato la stagione del parliamoci chiaro e del parliamoci forte". E lì la nota è rimasta fino al primo pomeriggio di ieri.

Parla "chiaro e forte" Vasco, non c´è dubbio, tanto da sollevare un polverone. E scatena i commenti di centinaia e centinaia di fan sbalorditi dal tono perentorio, oppure esaltati dallo scontro, finalmente palese, tra le due rockstar di maggior prestigio in Italia. Nella chiusura del messaggio, poi, c´è tutta l´ironia tipica del Blasco: "L´unica sfida che accetto è un duello all´ultimo s-a-ound, la mattina all´alba, dietro il convento delle Carmelitane Scalze. Lascio a te la scelta delle armi. Ricorda che io sparo solo al cuore".

A metà pomeriggio di ieri, l´ufficio stampa di Vasco Rossi, Tania Sachs, fa togliere la nota e pubblica un comunicato inserendo un sibillino "noi" che non contiene ancora la posizione del Blasco: "È
comparso improvvisamente un post che secondo noi non è stato scritto da Vasco ed è quindi erroneamente attribuito a lui. L´abbiamo cancellato dalla bacheca ma improvvisamente ce lo siamo ritrovati in una parte meno evidente della pagina ufficiale. Riteniamo sia qualcuno che ha voluto fare uno scherzo a tutti e due, anche se ancora non abbiamo scoperto chi è stato".

La nota provocatoria firmata Vasco Rossi viene tolta anche dalle note laterali in cui era finita, e a quel punto diventa un giallo. Mentre i collaboratori di Vasco Rossi cercano un colpevole (un hacker? un amministratore del suo profilo ufficiale che si prende troppa libertà? chi altro?), anche gli uffici milanesi di Facebook si mettono al lavoro, attivando una "procedura d´urgenza" per capire se ci sono state intrusioni nel profilo ufficiale di Vasco Rossi.

I fan si interrogano, c´è chi crede al falso, chi si schiera con la provocazione, ma i due contendenti non parlano. In altre occasioni si sono scontrati pubblicamente, come la volta in cui, era l´inizio di giugno del ´99, a poche ore dalla morte per overdose di Massimo Riva, il chitarrista del Blasco, Ligabue disse: "Per i musicisti rock c´è ancora oggi l´alibi dello scotto da pagare per fare musica. Perciò, secondo il galateo della perfetta rockstar, io che non mi drogo sarei fuori target". Rossi replicò: "È morto un amico e invece del silenzio c´è chi, per accrescere la propria credibilità, ha scelto di "speculare" lanciando anzitempo inutili messaggi moralizzatori", ricevendo poi le scuse di Ligabue: "Chiedo scusa a Vasco Rossi e a chi sta vivendo il lutto per la scomparsa di Massimo Riva: non sono stato sufficientemente "scafato" da immaginare che qualcuno potesse speculare sulla morte di un musicista, imbastendo polemiche di bassa lega". Se la fiducia di Vasco in Facebook si incrina ("su Facebook voglio tornare a esprimermi su alcune cose che mi preme dire" ha detto in un´intervista a XL), Ligabue oggi è al Parlamento europeo dove si presenta il documentario "Niente paura".
di CARLO MORETTI - da la Repubblica.it -12 aprile 2011