Napoli. Domenica 24 gennaio l’Associazione Siti Reali invita alla scoperta dei numerosi tesori di arte e di storia che racchiude il Museo Diocesano: l’appuntamento è alle 10,15 in Largo Donnaregina con gli operatori dell’Associazione.
Fino al 31 gennaio 2010, nella chiesa di Santa Maria Donnaregina Nuova – sede del Museo dal 2007 – potranno infatti essere ammirati, insieme per la prima volta, i due crocefissi di Michelangelo: quello della Basilica di Santo Spirito a Firenze, opera giovanile del Buonarroti, e quello recentemente attribuito all’artista, anche se tra tanti dibattiti e polemiche, esposto nell´ambito della mostra «Michelangelo a Napoli. Il Cristo ritrovato».
Il primo, riferibile al 1493, fu realizzato come ringraziamento al priore di Santo Spirito, che aveva ospitato l’artista consentendogli anche di condurre studi di anatomia sui cadaveri dell’annesso ospedale, grazie ai quali potè perfezionare la straordinaria resa plastica delle sue opere e che quindi giovarono enormemente alla sua arte.
Il secondo, che per il gruppo di esperti che lo ha studiato per oltre dieci anni sarebbe stato realizzato intorno al 1495, quando Michelangelo era ancora ventenne, è stato recentemente acquisito al patrimonio artistico dello Stato da parte del Ministero dei Beni Culturali e colpisce per le sue proporzioni perfette, iscrivibili in un cerchio e in un quadrato come l’uomo vitruviano, e per la qualità scultorea che tanto ha caratterizzato l’opera di Michelangelo.
La visita guidata riguarderà inoltre il Museo Diocesano, collocato all’interno della chiesa barocca di Donnaregina Nuova, costruita a partire dal 1617 per volontà delle monache clarisse, il cui attiguo complesso conventuale – oggi sede del MADRE - era già dotato di un chiesa realizzata nel XIV secolo grazie alle donazioni della regina di Napoli Maria d’Ungheria.
L’interno del nuovo tempio fu splendidamente decorato da artisti del calibro di Giordano, Stanzione e Solimena e si presenta dunque ricco di opere d’arte di pittura, scultura e arti decorative, mentre nella zona della sagrestia e del comunichino, oltre che al primo piano del Museo, è esposto una parte consistente del vasto patrimonio di storia religiosa e d’arte proveniente da molte chiese della città chiuse al culto o destinate ad altri scopi.