La Regione stanzia tre milioni di euro per le famiglie sfrattate nei Comuni della zona rossa vesuviana. Paolo Persico del PD Campania: “E’ un opportunità che può produrre un sostegno alle famiglie considerando anche che sono progressivamente diminuite le risorse per il sostegno al fitto".
Il Provvedimento adottato dalla Regione Campania-Assessorato all’Urbanistica-che stanzia Tre milioni di euro per le famiglie sfrattate nei Comuni della zona rossa vesuviana rappresenta un importante segnale d’inversione di tendenza rispetto alle scelte compiute dal 2005 in poi.
Infatti dopo l’approvazione della legge regionale 21/2003 che bloccava la possibilità di nuove costruzioni e l’espletamento dei due bandi che assegnavano contributi per l’acquisto prima casa al di fuori della zona rossa-il famoso bonus di 30000 euro-sono venuti segnali contraddittori dalla Giunta regionale sulle politiche per la riduzione del peso abitativo nei comuni vesuviani,lasciando a metà un percorso avviato che aveva avuto apprezzamenti dalla comunità scientifica internazionale.
La netta sensazione è stata di una politica che aveva posto i vincoli senza garantire opportunità e misure compensative.
La misura dei tre milioni di euro, se ben sfruttata, può produrre un sostegno alle famiglie considerando anche che sono progressivamente diminuite le risorse per il sostegno al fitto.
Le scelte più interessanti della misura sono rappresentati dalla procedura a sportello che riduce drasticamente i tempi di erogazione rispetto ai tradizionali bandi e la possibilità, per i Comuni, di introdurre scelte autonome nella individuazione dei beneficiari e nella possibilità di favorire, con sgravi fiscali, la locazione a canoni più accessibili.
E’ tempo di aprire una riflessione più puntuale sulle scelte per la riduzione del peso abitativo dei comuni vesuviani, ribadito nel Piano territoriale regionale.
Si rischia di rimanere alle pura petizioni di principio se non si persegue questo obiettivo con scelte amministrative coerenti.
Andrebbero valutati gli effetti di altri bandi come quello per l’acquisto di alloggi nei piccoli comuni montani espletato dalla regione lo scorso anno.
Gi effetti sono stati limitati perché non accompagnati da un disegno organico di reinsediamento sociale.
A mio modo di vedere vi sono scelte che si potrebbero fare subito partendo dall’applicazione coerente della legge 21.
In primo luogo nella legge vi è una norma che prevede l’obbligo di una riserva del 20% nei bandi per l’assegnazione di alloggi pubblici destinate ai nuclei familiari dei comuni vesuviani. Quest’obbligo è stato puntualmente disatteso, da parte dei comuni, nei pochi bandi che sono stati emessi sul territorio regionale,perché in assenza di un potere reale di controllo da parte della Regione hanno prevalso le logiche municipaliste.
Si dovrebbe dunque intervenire per creare un anagrafe unica dei bandi con possibilità di accesso reale per le famiglie dei comuni vesuviani
In secondo luogo si dovrebbe agire sulla grande leva del patrimonio pubblico di alloggi.
Tra Enti locali e Iacp siamo in presenza di un patrimonio di quasi 10000 alloggi nei 18 comuni della zona rossa.. E’ un patrimoni spesso degradato e che sfugge a qualsiasi forma di controllo che dovrebbe essere monitorato costantemente per evitare il mercato nero e la progressiva occupazione da parte della camorra di pezzi di quartieri di edilizia pubblica.
Con censimenti accurati si potrebbe dare il via ad un programma di riuso che preveda la riduzione degli alloggi impropri (Locali commerciali, garage, baracche) e l’assegnazione di alloggi liberi a famiglie in condizioni estremamente disagiate.
In questo quadra si può ipotizzare anche la riduzione di unità abitative in alcuni quartieri e il riutilizzo dei volumi per servizi ed altre attività
Questo si può fare se ritorna in campo una volontà politica forte e la condivisione di un ‘ipotesi di sviluppo che metta insieme riduzione del rischio Vesuvio,sviluppo delle potenzialità turistiche ed economiche del territorio vesuviano,riequilibrio territoriale.
Pezzi di questo discorso sono tracciati nel Ptr,nel Piano Strategico Operativo approvato dalla Provincia e ancora fermo in Regione,nel Pctp approvato dalla Giunta provinciale.
Andrebbe fatta una sintesi vera e portata avanti una più incisiva azione quotidiana.