Individuato e arrestato il latitante Serafino Rubino.

L’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Napoli in collaborazione con l’ambasciata italiana a Bogotà in Colombia. Rubino è stato individuato nella città di Manta, in Ecuador. L’uomo, di origini campane, si era sottratto all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal Gip presso il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.

In particolare, l’operazione è avvenuta nell’ambito di un’indagine condotta dagli specialisti del Gruppo di Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) di Napoli su un traffico internazionale di cocaina proveniente dal Sud America, in cui sarebbero coinvolti anche soggetti campani.

Gli sviluppi investigativi emersi hanno permesso prima di identificare e localizzare Rubino e, successivamente, di segnalarlo alla Polizia Nazionale Ecuadoriana.

Quando è stato fermato, Rubino ha esibito un documento falso. A conferma della sua identità sono stati riscontrati i tatuaggi che erano stati descritti dall’Interpol per la ricerca in campo internazionale.

La Corte Nazionale di Giustizia Ecuadoriana, attivata dai canali di collaborazione internazionale, ha ordinato la cattura per fini di estradizione del cittadino italiano, il quale verrà rimpatriato non appena espletato il previsto iter diplomatico.

Serafino Rubino, dopo quanto emerso a seguito dell’operazione “Hermes 2016” e culminate con il suo arresto, avrebbe gestito un grosso traffico internazionale di cocaina insieme alla compagna del boss della mafia catanese Salvatore Cappello detto "Turi”.

Attraverso trattative dirette con i narcotrafficanti sudamericani, Rubino avrebbe “piazzato” la cocaina a diversi acquirenti in Italia, tra i quali anche alcune cosche di ‘ndrangheta di primo piano come quella dei “Pelle-Vottari” di San Luca, a Reggio Calabria.

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