I Di Lauro organizzavano i summit di camorra perfino negli studi discografici di Tony Colombo. Tra questi incontri spiccano anche i Gionta di Torre Annunziata.

E’ quanto emerge dall’inchiesta che ha portato all’arresto di 27 persone, arrestate ieri all’alba dal Ros e dai carabinieri di Napoli nell’ambito delle indagini della Dda sulle attività imprenditoriali e finanziarie del clan di Secondigliano. Tra i reati contestati anche il concorso esterno in associazione mafiosa, la turbativa d'asta, e l'aggravante della transnazionalità legata al contrabbando di sigarette.

I carabinieri del Ros ipotizzano che la casa discografica di Tony Colombo venisse utilizzata da Di Lauro per “incontri riservati con esponenti di vertice” di altri clan. In un’intercettazione del 2018, Raffaele Rispoli racconta che “Enzuccio si doveva incontrare con il figlio di Valentino Gionta”, storico padrino di Torre Annunziata, proprio negli studi del cantante. Alla vista di un’auto in borghese delle forze dell’ordine, Di Lauro e Gionta erano riusciti a scappare “attraverso gli uffici”. In realtà, in quella data i figli di Gionta erano detenuti. “Probabilmente si trattava di un nipote”, argomentano i Ros.

Il clan Di Lauro investiva anche in società di abbigliamento e creava brand, insieme con il cantante neomelodico palermitano Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli, come quello denominato "Corleone". Anche la bevanda energetica "9 mm" (il cu nome richiama al calibro delle pistole), come il marchio d'abbigliamento ammiccante al mondo della criminalità organizzata, sarebbe riconducibile al clan fondato da Paolo Di Lauro, detto "ciruzzo o' milionario".

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