“Chiediamo al Sindaco e al dirigente di Piano quali siano state le attività svolte dall'associazione di Amleto Frosi e quali risultati abbiano prodotto”. Una richiesta più che lecita da parte di SEL a poche ore dal blitz dei militari dell’arma che ha portato all’arresto di 5 persone accusate di usura.

“Non possiamo – ha continuato il coordinatore Massimo Napolitano – non evidenziare come negli anni scorsi ci siano stati ingenti sovvenzionamenti da parte del Comune per lo sportello della 'Casa della Solidarietà per la lotta all’usura e al racket', gestito dall’Associazione A.L.I.L.A.C.C.O. S.O.S. Impresa Campania. Questi fondi dovevano essere lo strumento per una attività di controllo e prevenzione sul territorio proprio su questi temi”. Gli L'ultimo risale al marzo scorso, quando l'ente di Palazzo Criscuolo versò all'associazione anti-racket circa 10.000 euro.

In effetti, l’assenza dell’associazione A.L.I.L.A.C.C.O. si era già sentita in occasione dello sgombero di Palazzo Fienga: pur operando sul territorio da diversi anni non ha inviato alcun messaggio pubblico dopo l’operazione che ha portato alla chiusura dello storico palazzo di via Bertone 46.

Anche lo stesso sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, probabilmente aveva dimenticato l’associazione di Frosi, ricordando solo Libera contro la quale ha scagliato 2 dure invettive, l’ultima ad un recente dibattito nella sede del PD, per non aver ‘espresso in tempo’ un opinione riguardo lo sgombero.

Il primo cittadino, infatti, nell’occasione del dibattito a cui partecipò Giovanni Impastato, pur parlando ad una platea dove era presente lo stesso referente dell’ A.L.I.L.A.C.C.O., si era scagliato solo contro l’associazione antimafia di don Luigi Ciotti.

“Chiediamo – ha concluso SEL – che venga convocato immediatamente l’Osservatorio della Legalità, istituito a metà dicembre dal consiglio comunale e che già sarebbe potuto essere lo strumento operativo per gestire la vicenda relativa allo sgombero di Palazzo Fienga”.

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