Parto gemellare con un bambino morto in utero da quattro mesi e uno vivo. Si tratta di un evento molto raro avvenuto all'ospedale salernitano San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona. La mamma aveva avuto in precedenza quattro aborti di cui due gravidanze extrauterine. Nel corso del cesareo, inoltre, alla donna era stata riscontrata anche una lesione dell'intestino per una peritonite, emergenza rientrata grazie all'equipe medica.

La gravidanza ottenuta da fecondazione assistita, andava bene quando alla 24.ma settimana è giunta la notizia che uno dei due gemelli era morto in utero. La gravidanza è stata monitorizzata accuratamente dal dottore Raffaele Petta, direttore del Reparto di "Gravidanza a rischio" del "Ruggi" e benché uno dei due gemelli fosse morto in utero, la mamma ha partorito Emilia senza problemi particolari quattro mesi dopo, lo scorso 12 gennaio. "Prima di questo caso - afferma Petta - avevamo avuto un altro caso ancora più raro e delicato, con due gemelli in un solo sacco e una sola placenta, di cui uno affetto da una gravissima malformazione riscontrata alla 21.ma settimana.

Anche in quel caso siamo riusciti a portare a termine la gravidanza per uno dei bambini. Insieme allo neuropsichiatra infantile Giangennaro Coppola mi piacerebbe studiare a distanza di tempo come influisce l'evento della morte in utero sul gemello che sopravvive e quali sono gli effetti psicologici su chi sopravvive. Non ci sono studi in tal senso a livello mondiale". 

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