Un sistema collaudato che truffava diverse compagnie assicurative alle spalle di ignari cittadini che venivano utilizzati per chiudere l’imbroglio. Una struttura gerarchica complessa dove ognuno aveva un compito ben preciso: a capo dell’organizzazione Vincenzo Ambrosio, per gli inquirenti organizzatore e promotore dell’associazione a delinquere, che gestiva la base operativa di Boscoreale e manteneva i rapporti con gli altri componenti dell’organizzazione. Ad essere raggirate le compagnie assicurative Genertel, Donau, Sara, Carige, Alleanza - Toro e Unipol.

La truffa partiva con la stipula di centinaia di contratti assicurativi fraudolenti in favore di cittadini residenti nella provincia di Napoli, ma che venivano intestati a società, associazioni o singoli contraenti, residenti o domiciliati in province italiane dove i costi assicurativi sono più bassi rispetto alla provincia di Napoli, grazie alla minore percentuale di sinistri. Queste società, che avevano sede legale in altre regioni d’Italia, sulla carta erano esistenti, con regolare partita iva, ma erano, sul territorio, praticamente delle società fantasma riconducibili agli organizzatori della truffa. Dopo la regolare stipula del contratto assicurativo, i promotori della truffa provvedevano ad un doppio passaggio di proprietà, rilasciato da agenzie di pratiche auto inesistenti, in favore dell’effettivo intestatario della polizza. La truffa consisteva nel trasmettere fotocopie di carte di circolazione falsificate nella residenza del contraente, e nel trasmettere alle compagnie assicurative i falsi passaggi di proprietà.

I promotori dell’organizzazione mettevano a disposizione di altre agenzie assicurative della provincia di Napoli le società o singoli contraenti per la stipula del contratti RC auto. I titolari di queste agenzie provvedevano poi alla effettiva riscossione dei pagamenti delle polizze, dividendo gli incassi con i promotori della truffa. Per controllare infine tutte le comunicazioni che arrivavano dalle compagnie, i promotori utilizzavano il servizio “seguimi” delle Poste Italiane.

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L'operazione