Attacchi cardiaci otto volte maggiori dopo uno scatto d'ira. La conferma arriva da Sydney
L'università australiana ha vagliato centinaia di casi di persone ricoverate nelle strutture ospedaliere
25-02-2015 | di Redazione

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Il rischio di un attacco cardiaco è otto volte maggiore nelle due ore immediate ad uno scoppio emotivo. L'avvertimento, rivolto a chi è incline a perdere le staffe, arriva dall'Università di Sydney e dal grande ospedale pubblico North Shore che ha condotto una ricerca scientifica su centinaia di casi di persone ricoverate per attacchi cardiaci.
Il 2,2% del campione aveva avuto un accesso d'ira di alto livello. Fra le cause scatenanti più comuni, con conseguenti rischi cardiaci, le liti in famiglia, la road rage o rabbia al volante, e i dissensi sul posto di lavoro. Ai pazienti è stato chiesto di misurare le sensazioni di rabbia prima dell'evento. Queste sono state classificate su una scala da uno a sette, con uno per la calma e sette per essere fuori controllo. E' risultato che dal livello di cinque in su aumenta di ben 8,5 volte il rischio di un attacco cardiaco, rispetto ai periodi in cui la persona è calma. Per livello cinque si intendeva 'sentirsi molto adirati, pronti a scoppiare e con i pugni chiusi'.
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"La ricerca conferma che vi è una reale correlazione fra la rabbia di alto livello, la risposta emotiva acuta e il rischio elevato di subire un infarto", scrive il responsabile dello studio Thomas Buckley, della Scuola di Infermieristica dell'ateneo, sull'European Heart Journal. "E' noto che uno scoppio d'ira può indurre sintomi fisici come accrescere il tasso cardiaco e la pressione sanguigna. Sappiamo anche da studi di laboratorio che tali eventi
inducono anche mutamenti infiammatori nell'organismo e cambiamenti nel sangue, associati con emboli e cambiamenti nella coagulazione. Sono effetti che richiedono tempo per recedere", aggiunge. "Le persone inclini a scoppi emotivi devono imparare a conoscere le cause scatenanti e i segni premonitori, e cercare di controllare i propri pensieri in situazioni emotive", è il suo consiglio. (ANSA)
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