L’origine dell’incendio è dolosa. Forse un avvertimento al neo Procuratore aggiunto di Torre Annunziata Pierpaolo Filippelli, che con le sue inchieste ha decimato quasi tutti i clan del Vesuviano. Gionta e Ascione-Papale compresi. I carabinieri di Formia e di Scauri non escludono nessuna pista, anche quella dell’intimidazione ai danni del pm anticamorra, dopo il rogo appiccato la notte scorsa nella traversa Benedetto Croce della via Appia di Scauri. Tre le macchine distrutte.

Uno dei mezzi coinvolti – una ‘Citroen C3’ – appartiene a un appuntato dei carabinieri in servizio a Sessa Aurunca. Una seconda vettura, anch’essa andata in fiamme, è invece della mamma e della sorella del magistrato di Minturno, da anni sotto scorta e quasi ‘abituato’ alle possibili ritorsioni dei boss. Come emergerebbe da un’intercettazione del 2007, infatti, il ras di Ercolano, Alfio Papale, avrebbe indicato Filippelli tra le persone da eliminare. Al contrario il pm non si è mai fermato, combattendo a suon di richieste di pena accolte anche i boss più spietati in zona.  

Ad avvalorare quella che, allo stato, resta solo una prima ipotesi degli inquirenti, il ritrovamento nei pressi del rogo di una bottiglia contenente liquido infiammabile e la non secondaria circostanza che nella stradina di Scauri, teatro dell’incendio e di solito descritta come tranquilla, risiedono proprio i familiari del pm anticamorra. Familiari che saranno ascoltati nelle prossime ore dagli investigatori, dopo la relazione sull’incendio redatta dai vigili del fuoco di Gaeta.

Lo scorso anno Filippelli è stato eletto con 190 voti nella giunta dell’Associazione Nazionale Magistrati di Napoli. Il pm fu indicato dal Csm, per “esperienza e numero di inchieste anticamorra” già condotte nel Vesuviano, come il magistrato più adatto a ricoprire il delicato incarico di Procuratore aggiunto a Torre Annunziata. Giudizio espresso dal Consiglio nazionale della magistratura dopo l'ultima seduta del 21 settembre.

 


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