La Guardia di Finanza di Napoli, al termine di articolate indagini delegate dalla locale Procura Regionale della Corte dei Conti, ha accertato un presunto danno erariale di oltre 14 milioni di euro arrecato all’Autorità Portuale di Napoli, determinato dalla mancata riscossione di canoni demaniali, diritti di approdo, diritti di security e delle indennità dovute per molteplici occupazioni abusive di demanio pubblico.
La responsabilità per il predetto danno erariale, di cui sono chiamati a rispondere alcuni Dirigenti apicali dell’Autorità Portuale di Napoli, è sostanzialmente fondata sulla colpevole inerzia dell’Ente pubblico nel porre in essere i rimedi organizzativi necessari a correggere rilevanti e gravi deficienze e omissioni nel sistema di riscossione delle suddette spettanze. Inerzia, questa, resa ancor più grave dal fatto che la dirigenza dell’Ente - come provato dalle indagini - ne era pienamente consapevole.

Le violazioni hanno determinato un danno all’ente di 6 milioni di euro. La Procura Regionale della Corte dei conti ha, pertanto, emesso atti di “invito a dedurre” nei confronti di ex-Presidenti, Segretari e Dirigenti dell’Ente, richiedendo, altresì, la misura cautelare patrimoniale del sequestro conservativo di disponibilità finanziarie, beni e crediti in favore dell’Autorità Portuale di Napoli.

L’intervento della locale Procura contabile e della Guardia di finanza ha prodotto anche importanti effetti conformativi da parte degli attuali Dirigenti, responsabili degli Uffici addetti alla gestione delle concessioni demaniali marittime, che in alcuni mesi hanno provveduto ad avviare procedimenti finalizzati allo sgombero delle aree demaniali marittime occupate senza titolo da 13 soggetti, richiedendo, inoltre, gli indennizzi dovuti, per un importo pari a euro 1.388.623,26. Inoltre, un’azione sinergica di riorganizzazione sul fronte della riscossione dei canoni concessori al fine di addivenire a una tempestiva risoluzione dell’annosa problematica, generando maggiori e più celeri introiti a beneficio dell’Ente. Le somme recuperate andranno a ristorare il patrimonio dell’Ente pubblico che ha subito il danno.

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