“Baby-killer” del Penniniello ingaggiato per uccidere. Spunta la super-perizia su pistola difettosa
Lucia Casciello pagò un 17enne di Torre Annunziata per far fuori il suo ex. Ma è giallo sull’arma del tentato delitto
16-09-2015 | di Salvatore Piro
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Torre Annunziata. Per l’inchiesta condotta dai Carabinieri di Pompei i colpi esplosi contro la vittima designata sarebbero stati almeno cinque. Ma nella notte tra il 9 e il 10 agosto 2014 gli inquirenti ritrovarono sul luogo del tentato omicidio (nei pressi di un noto pub della città mariana) solo due ogive, partite da una calibro 7,65 semi-automatica. Pistola che, una volta usata, di solito lascia tutte le sue “tracce”.
Qualcosa non quadra nel processo a carico di V.F., all’epoca dei fatti “baby-killer” 17enne del rione Penniniello, assoldato da Lucia Casciello (40), titolare di un locale nella città degli Scavi, per ammazzare suo marito, Vincenzo Tufano, finito nel mirino della sua ex e dalla quale ebbe tre figli per dissapori coniugali.
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La donna, condannata in primo grado ad otto anni come mandante del “piano” (non andato a segno quasi per miracolo, vedi articolo correlato), cercò proprio al Penniniello di “comprarsi” un ragazzo dal “grilletto facile”. Portando con sé a quegli incontri, come svelato a processo dalla relazione di uno psicologo dell’infanzia, anche il figlioletto di otto anni: “Mamma mi ha portato due o tre volte con lei per parlare con quel ragazzo. Io però rimanevo in macchina e non sentivo cosa si dicessero. Parlavano per pochi minuti. Poi andavamo via”.
Inflitti otto anni alla Casciello, V.F. invece (ora ai domiciliari e difeso dall’avvocato Roberto Cuomo) è stato rinviato a giudizio dinanzi al Tribunale dei Minori come esecutore materiale del tentato omicidio di Vincenzo Tufano. Oggi a Napoli il via al processo. Ascoltato in aula il Comandante dei carabinieri di Pompei, Tommaso Canino, che ha spiegato al pm Ettore La Ragione la genesi e lo svolgimento dell’inchiesta.
Ma troppi sarebbero ancora i punti oscuri: dal mancato ritrovamento dell’arma del delitto alle sole due ogive rinvenute in terra. Punti che la super-perizia balistica della difesa, accolta proprio oggi dal Tribunale, proverà a chiarire nella prossima udienza del processo fissata a fine ottobre.
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