Anche allo Iacovone Turris a digiuno di gol e punti, ma per il tecnico Baratto il bicchiere è mezzo pieno. “Abbiamo disputato una buona partita, mancando il pari solo per sfortuna. Siamo stati condannati da un episodio, ma nell’arco della gara non abbiamo assolutamente demeritato. È questo che mi conforta in vista dei prossimi impegni. Si è vista una Turris combattiva e caparbia, lontana anni luce da quella di Nardò. Teniamoci stretto questo segnale di ripresa e ripartiamo da qui per affrontare a dovere il Francavilla. Siamo reduci da quattro settimane parecchio difficili. Squalifiche ed infortuni ci hanno tartassato”.

Carica l’ambiente in vista della prossima gara contro il Francavilla di Lazic, il diesse Francesco Vitaglione. “Spirito battagliero e tenacia. Allo Iacovone sono tornate le nostre armi. Peccato per il risultato, che ci condanna ma assolutamente non ci mortifica. È stata una partita profondamente diversa rispetto a quella di Nardò. Questo deve darci coraggio e fiducia in vista delle prossime partite. Domenica le nostre motivazioni dovranno fare la differenza. Non perdonerò niente a nessuno. Dovremo giocare per un unico obiettivo, col coltello tra i denti, e fare in modo che il Liguori torni ad essere il nostro fortino. La salvezza passa anzitutto per le gare interne”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Michele Tarallo, anche lui messo a dura prova nell’ultimo mese. “Dopo l’infortunio, nelle ultime partite non ero chiaramente al top, ma va meglio. Il mio digiuno? Se non si tira in porta è difficile far gol. Buon per noi che sia tornato Sperandeo, la sua assenza si è chiaramente sentita. Adesso toccherà a noi attaccanti fare uno sforzo in più e cercare di metter fine a questo periodo così delicato.

Taranto? Peccato averla persa così. Abbiamo sfiorato il pareggio ed avremmo meritato di tornare a casa con un punto. È stata una partita equilibrata, decisa da un episodio. Ad ogni modo, guardiamo ai passi in avanti che si sono registrati. Abbiamo disputato una partita convincente sul piano mentale e dell’impegno. È da qui che dobbiamo ripartire per rialzarci”.

 

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