Barellieri-cancellieri. Protesta al tribunale di Torre Annunziata
Sit-in il prossimo 13 ottobre all’esterno del Palazzo di Giustizia
10-10-2016 | di Salvatore Piro
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Barellieri-cancellieri: la protesta scoppia anche al tribunale di Torre Annunziata. Si terrà infatti giovedì 13 ottobre, dalle ore 11 alle ore 12 e presso il piazzale antistante il Palazzo di Giustizia di Corso Umberto I, la manifestazione pubblica indetta dai lavoratori e dalle lavoratrici degli uffici giudiziari della Procura e del Tribunale oplontino.
Sit-in promosso in contemporanea con le manifestazioni in programma - in diverse città italiane - per dire no alla “surreale situazione, creatasi nelle cancellerie dei tribunali e nelle segreterie delle Procure, a seguito dell'attuazione delle procedure di mobilità volontaria e obbligatoria degli ultimi mesi”.
LA PROTESTA. L'iniziativa (con un primo sit-in inscenato il 21 settembre scorso a Roma, in piazza Cairoli, a due passi dalla sede del ministero Giustizia) è stata organizzata spontaneamente da un'associazione di dipendenti al grido “Pari diritti e Pari dignita'”.
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In un documento, distribuito in tutti gli uffici giudiziari, si legge che "ai lavoratori del settore, ai quali da 20 anni è negata qualsiasi forma di progressione professionale, è stato imposto di accettare l'ingresso di personale proveniente da enti locali soppressi (Province, Croce Rossa, Istituto Commercio con l'Estero) inquadrato in profili professionali di elevata competenza specifica (cancelliere, funzionario e direttore) anche in assenza del titolo di studio previsto per tali figure professionali e con retribuzioni nettamente superiori a quelle dei giudiziari in servizio”.
Chi sta prendendo parte alla protesta, lamenta, in particolare, una “disparità di trattamento riservata al personale giudiziario rispetto agli altri dipendenti della pubblica amministrazione”; il “mancato riconoscimento della professionalità acquisita nel corso degli anni” e “la scarsa considerazione dell'impegno profuso nel garantire la funzionalità degli uffici giudiziari nonostante la gravissima carenza di organico”.
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