“Sono esterrefatto della decisione dei giudici di condannarmi a quattro anni e due mesi per gli episodi legati a Turris-Ebolitana del 2011. Mi trovai al centro di scontri tra tifosi e forze dell’ordine solo perché andai in quel frangente a recuperare il motorino parcheggiato nei pressi dello stadio. Sono estraneo ai fatti”. Così oggi a caldo, dopo la sentenza sul ‘derby della vergogna’ emessa dalla seconda sezione penale del Tribunale di Torre Annunziata (vedi articoli correlati, ndr), Pasquale Brancaccio, 37 anni, oggi in politica e consigliere comunale a Torre del Greco (dove è capogruppo della lista ‘Borriello Sindaco’, la civica che porta il nome del primo cittadino).

Brancaccio è stato condannato per oltraggio e resistenza aggravata a pubblico ufficiale insieme ad altri 9 imputati (7 tifosi della Turris, 2 dell’Ebolitana), protagonisti per i giudici delle violenze scoppiate il 16 gennaio 2011 dentro e fuori lo stadio ‘Amerigo Liguori’, prima, durante e dopo la partita di cartello del campionato di serie D. Torre del Greco, in pratica, fu messa a ferro e fuoco per quattro lunghe, interminabili ore, trascorse tra viale Ungheria e piazza Martiri d’Africa.

“Assieme al mio avvocato, Michele Polese, che ringrazio per la professionalità, aspetteremo le motivazioni – continua in un lungo comunicato stampa di sfogo il consigliere - per poi andare in appello. Ribadisco di non aver mai partecipato ad eventuali scontri. Tesi suffragata dal fatto che, contro di me, non ci sono né foto, né altre prove che possano dimostrare il contrario. Continuo ad essere fiducioso nella magistratura - conclude Brancaccio, figlio di un funzionario del settore Nu del Comune - e sono sicuro che alla fine la giustizia farà il suo corso naturale”.    

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Le condanne

Condannato 'politico-tifoso'