Vesuviano. Associazione per delinquere finalizzata alle truffe, falsi, ricettazione ed appropriazione indebita. Queste le accuse mosse a vario titolo dal pm della Procura di Salerno a carico di 39 persone, raggiunte da misure cautelari nella prima tranche di “big-boat”, la maxi-operazione che lo scorso 26 aprile ha smantellato tre bande criminali attive in tutte Italia. Settantasei saranno gli indagati complessivi. Secondo l’impianto accusatorio, attraverso l’associazione tutti avrebbero concorso all’appropriazione di merci per oltre 10 milioni di euro, mettendo a segno oltre 100 truffe ai danni di aziende dell’hinterland vesuviano, a sud di Napoli, in Lombardia e in Sicilia.

L’ACCUSA. L’organizzazione, in nome e per conto di una ditta di autotrasporti con sede fittizia legale a Milano, otteneva da società del nord l’affidamento di carichi di merce. Carichi mai arrivati a destinazione perché - la tesi del pm - la merce veniva piazzata sul mercato attraverso una fitta rete di ricettatori: 111 i colpi contestati per un maxi-sequestro di 17 carichi ipotizzati come rubati, 2 depositi a Sarno e uno a Poggiomarino, dove il blitz congiunto degli agenti delle questure di Salerno, Napoli e Milano, recuperò merci per un valore complessivo di circa 2milioni di euro. Dalle banane ai giocattoli per bambini, passando per coca-cola, panettoni, detersivi, bancali di birra ‘Corona’, tovaglioli di carta, prodotti ittici e surgelati. Il gip, a fine aprile, ordinò inoltre il sequestro preventivo di 16 trattori e 21 semirimorchi. Veicoli attraverso i quali l’associazione avrebbe agito materialmente.

IL RIESAME. Il Tribunale del Riesame di Salerno ha inflitto un duro colpo all’intero castello accusatorio, concedendo la semilibertà alla vera “mente” del gruppo, il 45enne di Torre Annunziata Gaetano Vezzi. L’uomo, difeso dagli avvocati Antonio De Martino e Giuliano Sorrentino, ha ottenuto gli arresti domiciliari. Libertà piena invece per Bernardino Verdezza (28, di Torre Annunziata) e Domenico Oriundo (34, di San Giuseppe Vesuviano). Scarcerato anche Salvatore Montemurro (assistito dall’avvocato Maria Macera). Il 30enne, alias “Tore ‘o biondo” e ritenuto vicino al clan Gionta, era finito ai domiciliari. Libero anche il presunto ricettatore del gruppo, Giuseppe Nappo (difeso dal legale Gennaro Maresca), così come la torrese Rosalba Auletta (34, assistita dall’avvocato Ciro Ottobre). Nella gallery in basso, le foto di alcuni tra gli indagati.      

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