''Brutto''. Sarebbe stato l'aggettivo più volte usato da Adalgisa Gamba, la donna di 40 anni accusata dell'omicidio del figlio avvenuto a Torre del Greco, nell'indicare il bimbo di due anni e mezzo. 

A raccontarlo agli inquirenti nelle ore successive all'assassinio è il marito della donna. ''Diceva che il piccolo era 'brutto'', lamentandosi dei continui pianti del bambino, auspicandone perfino la morte quando diceva: 'vogliamo farlo schiattare e magari si toglie il vizio' ''. 
La donna, come si legge nell'ordinanza di convalida del fermo, ammette ''con chiarezza - sono le deduzioni degli inquirenti - di non aver mai accettato il piccolo, fonte di dolore sin da prima della sua nascita, essendo egli stato fautore di una gravidanza difficile, di un parto dolorosissimo, di un definitivo allontanamento del marito, nonché protagonista di un quotidiano ingestibile''. Dalla parole di Adalgisa Gamba emergono anche contrasti col consorte, ''assente dalla vita dei figli, in particolar modo del piccolo, ma anche all'educazione dell'altra figlia'' di cui la moglie si sarebbe assunta ''tutte le incombenze, dagli accompagnamenti a scuola al seguirla nei compiti''. Questo il contesto in cui sarebbe maturato l'omicidio del piccolo Francesco, annegato sul porto di Torre del Greco. La madre ha raccontato al gip che il bimbo le era sfuggito di mano. Ma i giudici non le credono e i testimoni raccontano di averla vista entrare in acqua con il bimbo.

"La donna è incline alla menzogna" sostiene il gip. Quel piccolo che ha due anni e mezzo non parlava ancora e lei pensava fosse autistico. Poi la passeggiata sulla scogliera e il bimbo è morto annegato. 

 

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