E' previsto per il prossimo 21 ottobre il verdetto del processo di secondo grado per l'omicidio del piccolo Giuseppe, il bimbo di otto anni morto dopo essere stato preso a bastonate dal patrigno, il 27 gennaio 2019, a Cardito. Oggi, davanti alla Corte di Assise di Appello di Napoli (seconda sezione, presidente Alfonso Barbarano) hanno discusso gli avvocati Clara Niola, Francesco Cappiello e Pietro Rossi, rispettivamente legali della parte civile Cam Telefono Azzurro e Akira, e dei due imputati, Valentina Casa e Tony Essobti Badre.

L'avvocato Pietro Rossi ha incentrato la sua arringa basandosi sui risultati della perizia disposta dai giudici secondo la quale, se soccorso in tempo, Giuseppe si sarebbe potuto anche salvare. Secondo suo legale, proprio per questo motivo Badre non può essere più considerato colpevole di omicidio volontario (come da sentenza di primo grado, ndr) ma di avere provocato il decesso del piccolo Giuseppe attraverso una condotta preterintenzionale che si è concretizzata con i violenti colpi inferti con le mani, i piedi e anche con un bastone.

"Possiamo noi considerare l'imputato colpevole di omicidio volontario - ha chiesto ai giudici l'avvocato Rossi - una volta appurato che le cause del decesso sono non direttamente collegabili alle sue azioni ma dalla conseguenza di una omissione derivata dal comportamento della mamma?".

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