L’operazione di ieri dei Carabinieri che ha portato all’arresto di 21 persone affiliate ai due clan dell’area boschese parte da lontano. Punto di partenza delle indagini è il ritorno sul territorio di Boscoreale di Giuseppe Pesacane, rimesso in libertà ad ottobre 2018 dopo aver scontato la sua pena per precedenti reati. Tornato nella sua città, Pesacane comincia a riorganizzare il clan che nel frattempo, a causa della sua assenza ha perso pezzi di territorio in favore dei Gallo Limelli Vangone.

Un ritorno che naturalmente genera tensione e uno stato d’allerta, scrivono gli inquirenti, che nasce appunto dalla voglia di acquisire il controllo delle attività illecite, dalle estorsioni all’usura e fino al traffico di droga. Una tensione tra i due clan che sfocia in un doppio raid punitivo incrociato nei confronti di due attività commerciali di Boscoreale. I primi ad entrare in azione sono i Pesacane che, a novembre 2018, pestano brutalmente il titolare di un’agenzia funebre per non essersi piegato alle richieste estorsive. La vittima della spedizione punitiva, forte del legame di parentela con i Limelli Vangone, mette a conoscenza il clan dell’aggressione subita. Poco dopo arriva la risposta dei Gallo Limelli Vangone che, il 6 dicembre 2018, pestano brutalmente il titolare di una nota attività commerciale di piazza Vargas.

Dalla doppia aggressione e dalla crescente tensione tra i due clan, arriva il tentativo di pax. A luglio 2019 Giuseppe Pesacane e Rosaria Vangone, reggente dei Gallo Limelli Vangone, sanciscono una tregua, necessaria per consentire alle due organizzazioni di continuare ad operare nelle attività illecite. Un summit che gli inquirenti ascoltano in diretta grazie al sistema di intercettazioni messo in piedi per indagare sui clan. Nella pax mafiosa si sancisce anche la spartizione del territorio e le modalità di gestione dei proventi delle attività criminali.

Una tregua che però dura poco, a causa, scrivono gli inquirenti, del tentativo di entrambe le organizzazioni di prevalere sull’altra. Oltre alle spedizioni punitive contro attività commerciali legate al clan avversario, c’è anche il tentativo, da parte dei Pesacane, di strappare ai Gallo Limelli Vangone forza lavoro. Ad agosto 2019 infatti, un mese dopo il primo tentativo di tregua, Francesco Caso, “Verzitiello”, uomo di fiducia dei Gallo Limelli Vangone, si avvicina ai Pesacane con il compito di gestire le piazze di spaccio di Boscoreale. L’arruolamento di Caso genera la reazione dei Gallo Limelli Vangone che organizzano un raid punitivo contro appunto “Verzetiello”. Un rapporto altalenante, quello tra le due organizzazioni, caratterizzato da una parte, dal tentativo di sancire una tregua per fare affari in tranquillità, e dall’altra, dalla voglia di prevalere e dominare il territorio. Fino a ieri, quando i carabinieri hanno decimato entrambi i clan.

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