Bombe carta a Torre Annunziata. Don Antonio Carbone: “Confessatevi denunciando il pizzo”
L’idea del rettore dei Salesiani: “Siano i preti a raccontare ciò che subiscono le vittime del racket”
21-10-2018 | di Redazione
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Chi sa denunci il pizzo a un prete. E’ l’idea di don Antonio Carbone, rettore dei Salesiani di Torre Annunziata, dopo l’escalation di violenza che si è registrata in città a ridosso della festa della Madonna della Neve.
Tre bombe carta nell’arco di una settimana, la decima dall’inizio dell’anno, hanno gettato nella paura migliaia di cittadini. Prima in via Carlo Poerio, poi in via Dogana, infine sul Corso Vittorio Emanuele III. Tre boati che hanno sconquassato Torre Annunziata, a poche ore dalla processione.
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Alle lamentele dei cittadini che hanno accusato chiesa e istituzioni, ha replicato don Antonio Carbone: “Ogni volta che accade un avvenimento del genere i torresi se la prendono con la politica incapace, con i preti taciturni davanti ad episodi del genere, o che dietro a quell’episodio chissà cosa si nasconda: debiti di droga, usura, etc. Di una cosa sono certo, che non bisogna temere le parole e le gesta dei violenti, ma il silenzio degli onesti. La camorra si sta sfaldando, è ridotta alla fame, ma il ruggito di un leone morente è pericoloso e le gesta ultime che compie sono pericolosissime. E’ il momento di dare un colpo finale all’agonizzante camorra e c’è poco da sperare che un leone si trasformi in agnello”.
Il colpo finale sarebbe quello di denunciare il pizzo. Denunciare però chi estorce fa paura ed è comprensibile. Ecco allora quale potrebbe essere la soluzione secondo don Antonio Carbone: “Andiamo da un prete di cui ci fidiamo e sotto il segreto della confessione facciamo nome e cognome, denunciando gli estorsori. Sotto il segreto della confessione il sacerdote non potrà dire, compreso alle forze dell’ordine, da chi viene l’informazione pena la scomunica. Sia il prete a fare l’informativa alle forze dell’ordine. Per amore dei vostri figli non potete tacere. Riprendiamoci la città”.
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