Nel 2019 è stata raggiunta l'autosufficienza per quanto riguarda il sangue da usare per le trasfusioni, che nel nostro paese sono una ogni dieci secondi, e la risposta dei donatori anche durante la pandemia Covid è stata ottima con 411.018 persone che hanno risposto agli appelli in pieno lockdown.

È positiva la fotografia del sistema italiano che viene dai dati diffusi oggi, in vista della Giornata Mondiale del 14 giugno, dal Centro Nazionale Sangue, e sottolinea anche come per la prima volta dal 2013 siano aumentati i donatori della fascia più giovane.

Quest'anno, poi, sarebbe toccato all'Italia ospitare l'evento principale dell'Oms, rimandato al 2021 per la pandemia. Nel mondo, ricorda l'Oms, l'accesso al sangue sicuro per le trasfusioni "è un privilegio dei paesi ricchi", che raccolgono il 42% delle sacche pur avendo solo il 16% della popolazione. In totale nel mondo si raccolgono circa 118,5 milioni di donazioni di sangue l'anno. In Italia, in particolare, i donatori totali nel 2019 sono stati 1.683.470, sostanzialmente stabili rispetto allo scorso anno. Tra questi il Cns ha censito 213.422 donatori nella fascia più giovane (18-25 anni), 1,6% in più rispetto all'anno precedente. Un indicatore positivo che però rimane isolato, come dimostrano il calo registrato nelle fasce 26-35 anni (-1,4%) e 36-45 anni (-3,6%) e l'aumento del numero dei donatori di tutte le fasce di età superiori (dai 46 ai 55 +0,5%, dai 56 ai 65 +5,1%). I nuovi donatori sono poco più di 362mila, in calo del 2,3%, e le donne sono 538.386 (il 32% del totale). Per il sangue, sottolinea il Cns, è stata garantita anche lo scorso anno l'autosufficienza totale, che per i medicinali derivati dal plasma è mediamente del 70% circa.

"Viviamo in una situazione di sostanziale equilibrio, ma in alcune regioni periodicamente è necessario ricorrere al sistema della compensazione - commenta il Direttore Generale del Centro Nazionale Sangue Giancarlo Liumbruno -. La generosità dei donatori ci permette comunque di far fronte sia alle esigenze ordinarie sia a quelle straordinarie, come avvenuto quest'anno a causa della pandemia di Covid-19. Ad un iniziale calo delle donazioni ha fatto seguito una risposta straordinaria agli appelli, al punto che durante la 'fase 1' hanno comunque donato il sangue 411.018 persone".

Aumentano i pazienti trasfusi, che nel 2019 sono stati circa 638mila contro i 630mila dell'anno precedente, mentre le trasfusioni sono state circa 3 milioni. Nel 2019 sono stati inoltre raccolti 858.170 chilogrammi di plasma per la produzione di farmaci plasmaderivati, quasi 14mila in più rispetto all'anno precedente. Il Friuli Venezia Giulia si conferma la regione con il maggior numero di donatori totali in relazione alla popolazione (40 ogni 1000 abitanti) seguito dal Molise e dalla Sardegna.

"L'edizione di quest'anno della Giornata Mondiale del Donatore rappresenta un'occasione speciale per ringraziare tutti i donatori - afferma il Gianpietro Briola, coordinatore pro-tempore del Civis, la sigla che riunisce le principali associazioni di donatori volontari - l'emergenza Coronavirus ha posto ulteriormente l'accento sulla necessità di garantire sempre e ovunque la disponibilità di sangue ed emocomponenti, senza i quali non saremmo in grado di salvare vite umane e curare ogni giorno oltre 1.800 pazienti".

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