Ha lasciato la maggioranza in occasione del voto sul bilancio preventivo, bocciato dai revisori dei conti, dello scorso giugno e, poco dopo, si è dimesso dalla carica di consigliere comunale. Ora è il tempo della procedura di predissesto finanziario e, sebbene fuori dal civico consesso, Luigi Buffone, esponente Dem, interviene con parole forti. “Il dissesto economico verso cui viaggia il Comune – attacca - non è un fulmine a ciel sereno ma un disastro annunciato! In effetti, ingiunzioni di pagamento di vecchi contenziosi, quali espropri o risarcimenti, non sono colpe di questa amministrazione, ma sicuramente c’è una situazione finanziaria che si è drammaticamente acuita da 10 anni a questa parte, dove le passate Amministrazioni hanno messo o non hanno messo del proprio”. L’ex consigliere, tuttavia, non risparmia stilettate agli ex alleati politici. “La sfida che avrebbe dovuto lanciare questa Amministrazione, - argomenta – con nuove metodiche di governo e senza la politica del tirare a campare, era quella di avviare una stagione realmente riformista con misure strutturali e coraggiose sulle finanze dell’Ente, per incidere preventivamente sul rischio dissesto”. Ed ancora, accuse sulla gestione ristretta e non collegiale della cosa pubblica. “Una ristretta ‘cabina di regia’ – spiega Buffone - si è arrogata per tre anni il diritto di mortificare valori quali il pluralismo e scelte collegiali, che hanno portato il Comune allo stato dei fatti! Un’amministrazione chiusa all’interno del Palazzo che ha ‘rinunciato’ ad ogni confronto costruttivo dentro la maggioranza e all’esterno con la cittadinanza. In tre anni, infatti, sono state costantemente inascoltate o ridicolizzate quelle voci che chiedevano scelte forti e legate al risparmio”. Un modus operandi che, a giudizio di Buffone, ha sacrificato lo strumento del bilancio partecipativo, con il quale i cittadini avrebbero potuto suggerire esigenze e priorità verso le quali destinare i fondi pubblici. “Il bilancio partecipativo – evidenzia - non si può concepire solo come confronto per programmare risorse economiche certe, ma diventa essenziale specialmente quando, non essendoci risorse, si utilizza come dispositivo per costruire un confronto realmente aperto con la città!”. Deficit di bilancio che ha comportato, secondo l’ex consigliere, il venir meno di alcuni servizi essenziali ed è il manifesto dell’incapacità di operare verso scelte coraggiose. “Pur di realizzare un paio di opere pubbliche, - conclude - sono stati abbandonati o penalizzati servizi essenziali per i cittadini più deboli: assistenza domiciliare agli anziani e ai disabili, trasporto disabili, refezione scolastica. Il biglietto da visita di questa amministrazione è il Vittorio Pozzo, ancora abbandonato da tre anni, rispetto al quali si è incapaci di darlo in gestione. Chi è causa del suo mal pianga se stesso!”.

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