Boscoreale. Ha solo 16 anni, ma spaccia coi più grandi: fa il “palo”, incassa i soldi, lancia un grido quando vede le sirene o consegna la droga agli acquirenti. E’ il perfetto identikit del pusher minorenne, fenomeno sempre più in ascesa nel popolare quartiere del Piano Napoli. Sono stati i carabinieri della stazione di Boscoreale (agli ordini del maresciallo Massimo Serra) ad arrestare ieri sera in via Passanti Scafati, zona tenuta sotto tiro dal clan camorristico degli Aquino-Annunziata, il terzo “baby-pusher” nel giro di due mesi.

Il ragazzino è stato beccato con 6 dosi di cocaina, dal peso di due grammi, e 80 euro nella tasca del gilet. Soldi ritenuti, dagli inquirenti, provento dell’attività di spaccio. Il 16enne, deferito in stato di libertà, si trova ora presso il centro di prima accoglienza dei Colli Aminei a Napoli. Su di lui giudicherà il competente Tribunale.

Il “baby-pusher”, come ormai d’abitudine, non era solo. Per le indagini si alternava nei ruoli con G.C., 25enne incensurato di Boscoreale, anch’egli perquisito e finito in manette. I due spacciavano soprattutto cocaina, hashish e marijuana: i carabinieri di Boscoreale hanno infatti sequestrato anche 6 grammi di “erba”, nascosti in una palazzina poco distante dal luogo del blitz.

IL PROCESSO. Il 25enne, difeso dall’avvocato Luciano Bonzani, è finito ai domiciliari: G.C. sconterà gli arresti in casa a Terzigno, in attesa del processo in abbreviato che si aprirà il 21 dicembre in Tribunale a Torre Annunziata. Il pm della Procura della Repubblica oplontina, Marco Mansi (noto per l’inchiesta sui presunti abusi nei confronti di 21 bambini della scuola “Olga Rovere” di Rignano Flaminio), aveva invece chiesto la custodia in carcere. Richiesta respinta dai giudici.

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