Meno male che il botta e risposta è avvenuto a distanza di più di un metro. Almeno abbiamo scongiurato un eventuale assembramento, per non dire altro. La domenica ai tempi del coronavirus a Boscoreale è condensata e impregnata da un’accesa discussione che di politico, permettetemi di affermarlo senza mezzi termini, non ha nulla, di polemica sterile e inutile ne ha tanta, davvero tanta.

Certo bisogna ammazzare il tempo e quindi quale miglior occasione se non utilizzare i social per appuntarsi al petto la medaglia di “Salvatore del Paese”, del resto chi conosce anche solo un poco la storia recente della cittadina vesuviana ricorderà un decennio fa azioni plateali con tanto di sciopero della fame e tende montate in piazza per difendere il popolo, da parte di chi oggi, giustamente, vuole fare la sua parte cercando anche un po’ di luci della ribalta. Ironia della sorte il medico che certificava lo stato di salute dell’allora primo cittadino non è altro che l’attuale sindaco, ma questa è un’altra storia.

Il motivetto che ti viene in mente leggendo i lunghi post facebook che nella prima domenica ai tempi del coronavirus i “politici boschesi” si affrettano a scrivere, rispondere, precisare e smentire è quella che cantava tempo fa Achielle Togliani nella sua celebre “Come Pioveva”: “C'eravamo tanto amati, per un anno e forse più, c'eravamo poi lasciati, non ricordo come fu”.

Insomma nel giro di un solo pomeriggio il “gotha della politica locale” è riuscito a passare da “facciamo qualcosa tutti insieme” al “facciamo solo polemiche”. Il tutto prende il via da una richiesta di un commerciante al quale prontamente risponde l’ex sindaco e ex assessore Gennaro Langella, autentico onnipresente sui social, sempre pronto dall’alto della sua tastiera a conoscere i problemi del paese e sciorinare soluzioni su soluzioni e, diciamola tutta, a puntare il dito contro i suoi ex “amici-politici”. Bisogna dare atto a Langella che il suo intento era quello di mettere da parte le divergenze politiche e “dare il suo piccolo contributo”, che però nel corso del pomeriggio si è tramutato in “queste sono le 10 cose che dobbiamo fare” o non se ne fa nulla. In difesa dell’operato dell’attuale amministrazione (sic!) è sceso in campo, o meglio sui social l’attuale vicesindaco Francesco Faraone, che pensando ad un futuro prossimo, accetta il guanto di sfida e invita a “sedersi a un tavolo (con una distanza di sicurezza di almeno un metro) per avere un confronto diretto”.

I due incrociano le agende e trovano un appuntamento per il lunedì mattina, ovvero per il 16 marzo, ma questo appuntamento non ci sarà mai.

L’offerta di collaborazione, che con il passare delle ore è diventata una tavola evangelica con i dieci comandamenti, a fine giornata diventa una “trappola”, tanto che il vicesindaco Faraone a tarda sera fa un passo indietro (forse anche richiamato da maggioranza e Sindaco) e rilascia sulla sua pagina Facebook una lunga dichiarazione puntando il dito contro chi “strumentalizza questa grave emergenza per propri tornaconti politici” - dichiara.

Morale della favola: nessuna. Come del resto capita con tutte le favole raccontate dal “gotha della politica locale”. Salvaguardiamo la nostra incolumità restiamo a casa e magari lontano anche da qualche bacheca social, può solo farci bene.

Sondaggio


Risultati



Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"