Boscoreale, i bimbi della "Dati" in marcia in città: "Sì ad un Natale di pace"
Dibattito in consiglio comunale e flash-mob. Il sindaco Balzano: "Non abbiate paura della diversità"
18-12-2015 | di Antonio Tortora
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Vivere il Natale raccontando la pace. Questo l’intento della manifestazione organizzata dall’Istituto Comprensivo "Dati" di Boscoreale, presieduto dalla dirigente Pasqualina Del Sorbo. Un evento intenso, che si è articolato in tre momenti: la marcia della pace, l’incontro interculturale e interreligioso in aula consiliare e il flash mob in piazza Pace.
MARCIA DELLA PACE. Gli alunni, guidati dalle maestre e accompagnati dalle famiglie, hanno marciato dalla sede "Nicola De Prisco" fino a piazza Pace portando candele, segno di quella luce e di quella speranza che la costruzione della pace richiede, e degli striscioni colorati.
INCONTRO INTERCULTURALE. I bambini, una volta giunti in aula consiliare, hanno occupato le postazioni solitamente riservate ai consiglieri e hanno formato un coro. Ad attenderli Roberto Modiano, membro della Comunità ebraica di Napoli, Ottavio di Grazia, Ordinario di Storia delle religioni del Mediterraneo presso l’università “Suor Orsola Benincasa”, e don Alessandro Valentino, parroco dell’Immacolata Concezione. A fare gli onori di casa, lo scrittore e consigliere comunale Francesco Paolo Oreste, l’assessore alla scuola Emilia Vitale e il sindaco di Boscoreale Giuseppe Balzano.
Gli interventi degli esperti sono stati seguiti dalla lettura di salmi e da alcune domande che i bambini hanno posto agli ospiti dell’evento. “Non c’è una religione che proclami la violenza – ha spiegato il professore Di Grazia – Piuttosto, nella storia, le religioni sono state un mezzo di violenza”. “La paura getta nello sgomento, uccide la forza che spinge a volerci bene – ha continuato don Alessandro Valentino – . Dobbiamo aprire gli occhi al mondo e conoscerlo, dobbiamo iniziare da noi stessi per poter migliorare”. Affidate invece al sindaco Balzano le conclusioni: “Dobbiamo essere meno ipocriti. C’è paura della diversità e l’accoglienza deve essere messa in atto, non bastano le parole. La politica deve dare il suo esempio, ma è la scuola in vero punto centrale”.
FLASH MOB. A conclusione dell’evento i bambini hanno attuato un flash mob per dire “no” alla guerra e alla violenza. Ed un’unica parola d’ordine portata in trionfo: pace.
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