Boscoreale. Giuseppe Gallo, il 39enne boss “finto pazzo” dei Limelli-Vangone, è al carcere duro a Parma. Per questo motivo, l’Inps ora non gli sta versando un assegno di invalidità totale da 747 euro al mese. “Ma non risulta alcun pezzo di carta, che ufficialmente gli abbia revocato la pensione”. A dirlo ai giudici è stato il maresciallo Montanino, appartenente al GICO della Guardia di Finanza di Napoli. Gallo, tra i principali narcos del Vesuviano, è alla sbarra in tribunale a Torre Annunziata con l’accusa di truffa ai danni dell’Istituto pensionistico. Truffa aggravata dalle finalità mafiose e grazie alla quale “peppino ‘o pazzo”, simulando un “disturbo psicotico con base schizofrenica” con la compiacenza di alcuni medici, avrebbe percepito in modo indebito ingenti somme per 5 anni: dal 2004 al 2009. Poi il carcere e lo “stop” forzato.  

IL PROCESSO. La testimonianza del maresciallo Montanino apre un vero e proprio “giallo”. Siccome detenuto, adesso il ras finto pazzo dall’Inps non “becca” un euro. Ma che fine ha fatto la pensione “incriminata”? Nessuno, nemmeno gli inquirenti, conosce la sua sorte. Sarebbe letteralmente sparita. Paradossalmente Giuseppe Gallo, già condannato a 20 anni in Cassazione come leader della cosca dei Limelli (egemone a Boscoreale nello spaccio di droga), qualora un giorno uscisse dal carcere potrebbe continuare a percepire dallo Stato quell’assegno che gli riconosce “un’invalidità civile totale e permanente al 100%”. La “partita”, in tribunale, si gioca proprio sulla schizofrenia del boss. Reale o presunta?

LA DIFESA. Più volte la difesa del ras – rappresentata dall’avvocato Nando Striano – ha provato a convincere i giudici che “peppino” il narcos è davvero schizofrenico. A confermarlo sarebbero le perizie degli esperti (tra loro quella dello psichiatra romano Alessandro Meluzzi, volto noto anche in tv) e due recenti visite mediche. La prima del febbraio scorso, ordinata dal tribunale di Napoli; la seconda della prima metà di marzo, voluta invece dai giudici di L’Aquila. Visite che attesterebbero che le sue condizioni di salute, in carcere, sarebbero perfino peggiorate. Il ras, inoltre, nel giro di 13 mesi avrebbe tentato il suicidio tre volte. Due atti di natura auto-lesionistica compiuti in cella, tra Ascoli e Torino nell’ottobre del 2014, costrinsero “Peppe ‘o pazz” ad un lungo periodo di osservazione clinica. Nella notte tra il 25 e il 26 novembre 2015, infine, l’ultimo tentativo di suicidio in cella a Cuneo. Giuseppe Gallo provò ad impiccarsi.  A salvare il boss vesuviano fu solo l’intervento delle guardie carcerarie, con successivo ricovero in terapia intensiva all’ospedale penitenziario di Torino.

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