“Ho deciso di scrivere la storia di Anna per renderla universale”. Ha esordito così Matilde Andolfo, nel corso della presentazione del libro “La donna del boss”, che racconta la storia di Anna Carrino. Nel libro, edito da “Il quaderno edizioni”, la scrittrice ha raccontato che per 30 anni Anna è stata la compagna di Francesco Bidognetti, alias Cicciotto ‘e Mezzanotte, boss dei Casalesi.

A moderare l’incontro-dibattito tenutosi al cineteatro Minerva di Boscoreale Sergio D’Alessio, autore de “Il quaderno edizioni”, che ha inaugurato l’evento ribadendo il ruolo centrale della cultura nella lotta alla criminalità. Il monito del vicesindaco di Boscoreale, Francesco Faraone: “Insegniamo ai ragazzi ad abbattere il muro dell’omertà”.

Al centro del dibattito l’importanza della cultura e delle istituzioni scolastiche, essenziali per impedire la diffusione della mentalità camorristica, soprattutto nei giovanissimi. Tra i presenti anche Carmela Mascolo, dirigente dell’istituto scolastico “IC Cangemi – Boscoreale”, Tiziana Castellano, presidente Pro Loco “Villa Regina” e Luisa Liguori, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torre Annunziata.

Durante l’incontro Matilde Andolfo ha risposto alle domande degli studenti della scuola secondaria di primo grado “IC Cangemi”. Il racconto della vita travagliata di Anna Carrino ha riportato alla luce la tragica sorte di Antonio Petito, il falegname di soli 20 anni ammazzato perché aveva litigato con Gianluca Bidognetti, il figlio del boss. Per quell’omicidio Anna Carrino è stata condannata a 16 anni e 8 mesi, come mandante.

Ai ragazzi presenti Matilde Andolfo ha rivolto un invito a riflettere sulla differenza tra destino e libero arbitrio. “Anna si è ritrovata per una serie di circostanze, volute anche dalla malasorte, a vivere quello che ha vissuto. Però ad un certo punto lei ha scelto di essere la compagna di Francesco Bidognetti, il boss di camorra”. Ha poi aggiunto: “Siamo tutti chiamati a fare la nostra parte nella società civile. Ho deciso di scrivere la storia di Anna per renderla universale.”

Al termine dell’evento la scrittrice ha esortato i presenti a riflettere nuovamente sulla storia della Carrino, una donna a cui la camorra ha tolto tutto, ripudiata anche dai suoi figli per avere scelto di collaborare con la giustizia. Il dibattito si è poi ufficialmente concluso con un importante e doveroso tributo ad Antonio Morione e con la consegna dell’ulivo ai suoi familiari, simbolo della pace e della vita.

 

A cura di Rosanna Salvi

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