Aggressioni, stese per i palazzi del piano Napoli e pestaggi cruenti pur di ottenere il controllo della piazza di spaccio principale di Boscoreale. Una strategia di piombo e terrore interrotta solo dai carabinieri che ieri hanno arrestato sei persone (assieme ad altri 12 indagati) nel corso di un blitz condotto dai militari dell’Arma di Boscoreale. Tra questi spunta ancora una volta Luigi Di Napoli, 44enne già in carcere per essere uno dei quattro uomini che assaltò le pescherie dei fratelli Morione, provocando la morte di Antonio il 23 dicembre 2021. Con lui in carcere sono finiti anche Domenico Galletti (40 anni), Antonio De Maria (35 anni), Francesco Perrella (35 anni), Ciro Manzo (44 anni) e Giuseppe Polise (62 anni). Sono accusati a vario titolo dei reati di tentato omicidio, violenza privata, detenzione e porto illegale di armi, tutti reati aggravati dal metodo mafioso.

Le indagini sono partite a fine 2020 e hanno permesso ai carabinieri di ricostruire l'evoluzione della piazza di spaccio nel cuore del piano Napoli a Boscoreale. Dalle vedette rigorosamente minorenni indagato anche un ragazzino all'epoca dei fatti 16enne al parcheggiatore che spiegava ai clienti dove fermare l'auto per non destare sospetti, lo spaccio di droga era organizzato su turni e “in maniera imprenditoriale”, scrive il giudice nell'ordinanza. In questo contesto, si scatena una vera e propria faida, con agguati, pestaggi e stese di camorra. In un primo episodio furono oltre 30 i bossoli trovati sotto casa di De Maria che, con Perrella, era all'epoca il gestore dello spaccio.

Pusher e tossicodipendenti frequentavano il circoletto della zona, dove però hanno ripreso in diretta le telecamere montate dagli investigatori il 22 gennaio 2021 avrebbero fatto irruzione Galletti e Di Napoli. Armi in pugno, i due avrebbero trascinato un pusher all'esterno del circolo: dopo averlo strattonato, gli avrebbero esploso contro almeno 6 colpi di pistola, ferendolo durante la sua fuga a piedi. Dopo la sparatoria, la titolare del circolo avrebbe eliminato i bossoli per intralciare le indagini. Un agguato che sarebbe un avvertimento per De Maria e Perrella, secondo l'Antimafia, in seguito costretti a lasciare la gestione della piazza di spaccio, nonostante il controllo armato. Tra gli arrestati anche Ciro Manzo, ritenuto l'uomo incaricato di difendere e sorvegliare la piazza di spaccio. Nel giro di tre mesi, Di Napoli e Galletti avrebbero messo a segno altre stese, un altro agguato ai danni di De Maria, sfuggito alla morte mentre era sotto casa, un raid incendiario alla porta di casa di Perrella e ancora un'altra stesa contro le case di Perrella e De Maria. Le telecamere hanno ripreso anche numerosi raid armati, con le vedette che giravano pistole in pugno per pattugliare la piazza di spaccio, creando “uno stato di terrore e intimidazione nelle vittime e nei residenti”.

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