BOSCOREALE/TORRE ANNUNZIATA. C’era persino un “kit” dello spacciatore-professionista, con telefoni da circa 13 euro e una scheda senza intestatari consegnata a ragazzini insospettabili, “assunti” per alimentare le fiorenti piazze del Piano Napoli di via Settetermini, Torre Annunziata, Poggiomarino, Scafati e Pompei: in questo modo i pusher, sostituiti in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine, operavano in maniera sistematica, limitando i contatti diretti con i fornitori alla sola consegna dei proventi e comunicando sempre con utenze fittizie.

L’INDAGINE. Questa la scoperta fatta il 6 giugno scorso dai carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata, che su richiesta della Procura arrestarono all’alba 11 persone (5 in carcere, 5 ai domiciliari e una con l’obbligo di presentazione alla P.G.) accusate di spaccio in concorso di cocaina, hashish e marijuana. Circa 400 gli episodi di cessione delle dosi ricostruiti dagli inquirenti. La “banda” operava pure al nord, in particolare a Reggio Emilia.

IL PROCESSO. Alla sbarra dinanzi al gup del Tribunale oplontino gli imputati ieri hanno scelto un rito alternativo: Danilo Fracchini, Khaya Driss, Giuseppe Oscar, Paola Balzano, Marco Di Matola e Emanuele Tangreda hanno infatti chiesto di patteggiare una condanna inferiore ai 3 anni di carcere. Antonio e Raffaele Nappo, Luigi Cirillo, Francesca Domenica Amaro e Paolo Mazzariello hanno invece scelto l’abbreviato, sperando nello sconto fino a un terzo della pena. Per tutti, incastrati da diverse intercettazioni telefoniche e ambientali, la sentenza è già alle porte.

In foto, gli indagati coinvolti nel blitz Vesuviano anti-droga

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