BOSCOREALE. Lesioni ed estorsione aggravate, ma anche usura: condannati il baby-pentito di camorra e i suoi parenti. I giudici del Tribunale di Torre Annunziata hanno inflitto sei anni e mezzo di reclusione a Gerardo Colantuomo, l'ultima "gola profonda" del Piano Napoli, che decise di collaborare con la giustizia per "paura di essere ucciso". Condannati, assieme al giovane 22enne, anche il fratello Angelo, la sorella Annunziata e la mamma, Rosa Intagliatore. Tutti sono inoltre stati interdetti - in perpetuo - dai pubblici uffici.

Gerardo Colantuomo, il baby-pentito di Boscoreale, dopo il suo arresto decise di collaborare con la giustizia. Il giovane finì in manette a chiusura di indagini sullo spaccio di stupefacenti, e su alcuni agguati (non mortali) avvenuti all'interno del rione di edilizia popolare di via Settetermini. Pochi mesi fa, per lui arrivò la condanna a 3 anni per detenzione di armi clandestine, con pena sospesa e riconoscimento delle attenuanti per i collaboratori di giustizia.

Riconoscimento che però al processo-bis non è arrivato. Il baby-pentito, stavolta, era finito alla sbarra con le accuse di lesioni aggravate, estorsione aggravata e usura. Le vittime? Rita Improta e sua sorella Argentina, ferite nel luglio di due anni fa in un raid al Piano Napoli. Gerardo Colantuomo, dinanzi ai giudici, ha sempre negato ogni responsabilità, ma secondo il pm avrebbe detto il falso.

Oltre a Gerardo Colantuomo, i giudici hanno condannato anche suo fratello Angelo (5 anni e 9 mesi), la sorella Annunziata e la mamma, Rosa Intagliatore. Per queste ultime, la pena è a 5 anni e 3 mesi ciascuna. Tutti, infatti, avrebbero preso parte all'azione di fuoco, con una raffica di proiettili esplosi verso un balcone, al quale erano affacciate le due donne e una bambina. Rita Improta fu ferita, la sorella solo di striscio per una scheggia, la piccola rimase miracolosamente illesa.


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