Erano stati fermati dai Carabinieri di Pompei lo scorso 13 maggio in una stradina sterrata di via Grotta Parrelle al confine col territorio di Boscoreale, con due pistole caricate e pronte a far fuoco avendo i colpi in canna.

Uno di loro era addirittura appartenente alla famiglia Padovani. Si trattava di Giovanni Padovani, ventunenne, figlio di Mario, pluripregiudicato dell'area vesuviana e considerato figura di vertice del sistema del Piano Napoli di via Passanti Scafati. Il PM del tribunale di Torre Annunziata aveva disposto il trasferimento dei due arrestati in carcere.

Secondo il pubblico ministero solo il carcere poteva essere la misura cautelare più idonea a salvaguardare le esigenze di tutela sociale. Presso le loro abitazioni era stata rinvenuta anche marijuana  e altri colpi di pistola compatibili con quelle trovate  presso l'abitazione di uno degli indagati. Il gip del tribunale di Torre Annunziata aveva confermato il carcere sia per il rampollo della famiglia Padovani che per Aniello Paduano in quanto ritenuti soggetti con una personalità trasgressiva. Due giovani considerati pericolosi che maneggiavano  le pistole con assoluta disinvoltura.

Secondo il giudice i due giovani erano pronti a commettere azioni delittuose di particolare allarme sociale, in quanto quasi sicuramente dovevano commettere una rapina o qualche azione intimidatoria oppure stavano trasportando semplicemente le armi per conto di qualcuno. Si trattava di situazioni che comunque secondo il giudice risultavano essere allarmanti e che dovevano portare al carcere.

Dopo 15 giorni dall'arresto il primo verdetto del riesame che ha decretato la scarcerazione di Giovanni Padovani, difeso dall'avvocato Gennaro De Gennaro. Il giovane ha potuto così lasciare il carcere di Poggioreale per far ritorno presso il suo domicilio. 

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