Boscoreale, sogni e speranze dei bambini al Piano Napoli: “Basta pregiudizi”
Parchi e campetti nel degrado, l'appello dell’associazione “L'Oasi di Asia”: "Diamogli lo spazio che meritano"
20-03-2024 | di Redazione
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"Se non ci fosse chi si comporta male qua foss ‘nu bellu rione". Ha detto così Giovanni (Nome di fantasia) 12 anni parlando del quartiere in cui vive, il Piano Napoli di Boscoreale. Una frase diretta e che fa pensare. Fa riflettere sul fatto che forse gli adulti hanno sbagliato qualcosa nei confronti dei più piccoli. Giovanni è un adolescente che inconsapevolmente ha chiesto alle istituzioni di fare di più, di liberare il parco in cui vive dal degrado e dall’abbandono. Giovanni ha chiesto senza saperlo di fare in modo che la geografia non sia destino. Il ragazzo è uno tra bambini, bambine e ragazzi che ogni giorno dopo la scuola e i compiti si riuniscono in un campetto adiacente alle palazzine del Piano Napoli. A fare in modo che possano socializzare e giocare sotto lo sguardo di un adulto da qualche tempo è Antonella Langella, Presidente dell’Associazione L’Oasi di Asia, associazione da lei fondata e che porta il nome di sua figlia, affetta dalla sindrome da spettro autistico.
Il campetto a disposizione dell’Associazione si trova in pessimo stato. Negli anni, come anche i palazzi all’interno del plesso residenziale, è stato del tutto abbandonato e necessita di un rifacimento e un aiuto da parte del Comune. Al momento pare non ci sono le tubature dell’acqua che dovrebbero arrivare dopo i lavori del Comune, attualmente in corso, e non c’è l’erbetta per giocare a calcio. "L'amministrazione – racconta Antonella – ha promesso che ci regalerà le reti nuove e sistemato il campetto per far giocare i bambini. Ho chiesto anche che siano curate le piante intorno alla struttura e le luci. Qui nel campetto le luci servirebbero. Questo campetto servirebbe veramente, la scuola calcio costa molto e dove ci sono due o tre figli una famiglia come fa? E allora non devono giocare a calcio questi ragazzi? Non devono fare sport?".
"Ci piacerebbero anche delle giostrine, - continua Antonella - una pista di pattinaggio magari e un pulmino che possa accompagnare i bambini e i ragazzi che speriamo vengano anche dalle altre parti di Boscoreale. Anzi, ci tengo a dire che qui invitiamo tutti e abbiamo per questo organizzano un bel pic-nic per Pasquetta e vorremmo organizzare anche un torneo di calcio. A questi eventi ci piacerebbe che venissero in molti perché purtroppo ancora oggi noi che abitiamo qui non siamo visti di buon occhio e i bambini e i ragazzi che abitano qui soffrono questa situazione. In questo parco abita anche la gente per bene e ci abitano bambini e ragazzi che hanno diritto ad avere un futuro. Noi dobbiamo fare in modo che da grandi abbiano un lavoro onesto che non arrivino dove non devono arrivare".
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Significative sono state le risposte dei bambini e bambine dei ragazzi e delle ragazze. Alla domanda “Che cosa volete fare da grandi?” hanno tutti risposto con grande entusiasmo. C’è chi vuole fare il pizzaiolo, il meccanico, l’estetista, il panettiere, chi vuole fare l’e-commerce, il calciatore e chi come Marco (Nome di fantasia) 14 anni che vuole fare il tatuatore. "Vado al primo anno di liceo artistico ma disegno da quando ero piccolo - racconta Marco - Mi piace fare il ritratto degli oggetti, delle persone o degli animali che vedo. Ad esempio, pure questo lampione lo vedo e lo ritraggo. Può venire un bel disegno. E voglio fare il tatuatore perché mi piace disegnare".
Tutti insieme i ragazzi, un gruppo che va dai bambini di cinque/sei anni agli adolescenti di quindici/sedici anni, hanno scritto una lettera indirizzata a tutta la comunità: "Insieme alla nostra Presidente, abbiamo deciso questa volta di festeggiare la Pasquetta invitando le persone a venire da noi per iniziare un rapporto di fiducia. Abbiamo questo spazio a disposizione, prepareremo panini per le persone che desiderano stare insieme a noi abbattendo tutti quei pregiudizi che hanno su di noi, vorremo una possibilità per tutti. Inoltre, stiamo organizzando un torneo di calcio, ci farebbe piacere invitare delle squadre a unirsi a noi e le famiglie a vederlo. Con l’Associazione L’Oasi di Asia ci proponiamo per lavoretti estivi. Abbiamo pensato anche alle mamme, offrendo loro dei corsi di ginnastica a cui possono partecipare con un piccolo contributo per aiutare l’associazione. Offriamo anche il servizio “Fratello in affitto” per i bambini soli e soprattutto quelli straordinari".
Nella loro semplicità i bambini e i ragazzi hanno chiesto di avere un campetto molto piccolo che si trova nel loro parco ma all’ingresso dello stesso plesso residenziale c’è una struttura costruita e mai utilizzata dalle grandi dimensioni che potrebbe veramente diventare una scuola calcio comunale. La struttura era stata appunto realizzata per essere un campo sportivo a tutti gli effetti. È provvista addirittura di una serie di spogliatoi, docce, spalti e tanto spazio per praticare anche altri sport. In passato c’è già stata l’idea di recuperare quell’area costruita decenni fa ma abbandonata senza motivo.
All’interno della lista della Città Metropolitana di Napoli c’è l’elenco dei progetti finanziati e spunta alla voce Boscoreale un progetto pensato e mai avviato: “Lavori di Riqualificazione, mediante risanamento conservativo dell’impianto sportivo polifunzionale di Villa Regina- Piano Napoli”. Il progetto ottenne un finanziamento di €1.587.714,00, fondi che però non sono stati mai utilizzati e il progetto non è mai stato avviato. La fine dei lavori era prevista per il mese di giugno del 2022. Al momento sulla struttura gravano gli anni di degrado e abbandono ma ristrutturarla sarebbe molto utile alla comunità di Boscoreale tutta. A proposito della struttura sono diverse le persone che ne parlano, come Salvatore (Nome di fantasia) oggi adulto, con un bel lavoro e che potrebbe essere un esempio per i bambini di oggi del Piano Napoli. "Ero piccolo e quel campo già c’era ed è sempre stato così. Quante volte da bambino guardando quel campo ho pensato che sarebbe stato bello andare a scuola calcio là. - Racconta Salvatore - Invece di prendere il pulmino o di farmi accompagnare dai miei genitori potevo scendere di casa e andare a giocare in una struttura più grande e fornita della scuola calcio dove andavo io. Sarebbe stato bello, io e altri ragazzi ormai siamo cresciuti ma questi bambini meritano di scendere di casa e giocare a pallone".
( A cura di Rita La Monica )
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