Boscoreale. Spaccio all’ombra del Vesuvio: condannato pusher di Pompei
Due anni e mezzo per Nicola Cirillo, il 29enne già inchiodato dall’inchiesta “Prova a prendermi”
25-07-2016 | di Salvatore Piro
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Boscoreale/Pompei. Spaccio di “coca” all’ombra del Vesuvio: condanna a due anni e mezzo con multa per pusher di Pompei. Si tratta di Nicola Cirillo, 29 anni, pregiudicato originario della città mariana. Il giovane era già finito nel mirino della magistratura all’esito dell’inchiesta “Prova a prendermi”, nata nel 2013 sulle tracce di un giro di spaccio di stupefacenti nei territori dell’Agro nocerino sarnese. Per questo - il 25 febbraio 2015 – il pusher pompeiano aveva patteggiato un anno e sei mesi di reclusione (pena sospesa).
L’ARRESTO-LA SENTENZA. Nicola Cirillo, dopo la condanna, era tornato all’azione. A stringergli nuovamente le manette ai polsi furono i carabinieri della compagnia di Torre Annunziata. Il 29enne venne arrestato nell’ottobre scorso in via Manzo a Boscoreale.
Perquisito a bordo della sua ‘Fiat Punto’, i militari lo trovarono in possesso di 18,3 grammi di cocaina e 50 euro in contanti: detenzione ai fini di spaccio fu l’accusa.
Convalidato l’arresto, ad infliggere la condanna-bis a carico del pusher mariano è stato il giudice del tribunale di Torre Annunziata, Antonio Pepe. Nicola Cirillo dovrà scontare due anni e mezzo di galera, nonché pagare una multa di 7mila 500euro. Il giudice, in sentenza, pur riconoscendogli l’attenuante della “lieve entità”, ha ordinato la confisca e la distruzione della cocaina sequestrata.
“PROVA A PRENDERMI”. E’ il 25 settembre 2014, scatta il blitz. I carabinieri del gruppo territoriale di Nocera Inferiore, con il supporto delle unità cinofile dei militari di Pontecagnano, “decapitano” una vera e propria gang di 7 spacciatori attiva tra Scafati, San Marzano e Boscotrecase. La “regia” è affidata al 46enne boschese Ferdinando Paduano: scaltro, veloce, introvabile. Il nome dell’operazione, “Prova a prendermi”, è ispirata alle sue doti. Il pluripregiudicato è in grado di sparire nel nulla, cambiando di continuo schede telefoniche, gestendo la sua rete di contatti e di acquirenti senza mai fornire riferimenti precisi.
Un problema qualunque, come una presenza sospetta o il controllo imprevisto di assuntori del proprio ‘pacchetto’, bastano a far scattare le sue contromosse, cancellando i riferimenti primi e provando a scomparire. Paduano, in alcune occasioni, delocalizza la sua stessa presenza materiale, spostandosi nell’area di Boscoreale per confondersi con il tessuto della microcriminalità locale.
Zero, invece, i legami con i clan della zona vesuviana per la rivendita della droga. Il suo è un lavoro “spicciolo”, quasi a conduzione familiare. Ma anche Ferdinando, il “regista-fantasma”, alla fine deve arrendersi. Così come Carmine Paduano (24 anni), Antonio Sorrentino (65, di Torre Annunziata) Alessio Di Pietro (39 di San Severo, provincia di Foggia), il 33enne Antonio Cistone, Antonio Piscitella (32, di Scafati) e Nicola Cirillo, all’epoca 27enne.
A chiudere il conto dell’inchiesta, che porterà al sequestro di 420 grammi di cocaina, la sentenza emessa il 25 febbraio 2015 dal gup del tribunale di Nocera Inferiore: 4 anni in abbreviato per Ferdinando Paduano, 3 anni e due mesi per Carmine Cirillo, un anno e sei mesi per Nicola Cirillo e due anni per lo scafatese Antonio Piscitella.
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