Boscoreale. “Ti devo uccidere, prima o poi ti ammazzo. Dove sei stata anche stasera? Giuro che un giorno ti brucio dentro casa. Tu non mi devi tradire”. Botte, insulti e minacce all’ex compagna: stalker di via Passanti condannato a un anno e mezzo ma scarcerato subito.

IL ‘CALVARIO’. L’uomo, C.V., 30enne residente al Piano Napoli, sconterà infatti la pena ai domiciliari. Era tormentato da un pensiero fisso: la sua giovane compagna avrebbe potuto tradirlo. Da un giorno all’altro. Così la donna, stufa di gelosie, ossessioni e paranoie, lo aveva lasciato dopo 10 anni di convivenza. Da lì era iniziato il calvario della vittima, un giorno persino rinchiusa nella sua nuova abitazione. Fatta “prigioniera” l’anno scorso, quando lo stalker aveva versato della colla “attack” nella serratura del portone, bloccando la ex all’interno del condominio.

LE ACCUSE-GLI SMS. Tredici i capi d'accusa formulati dal pm della Procura oplontina, Rosa Annunziata, a carico del 30enne di via Passanti Scafati. Che secondo le indagini il 10 giugno 2015 costrinse la vittima a salire a bordo della sua autovettura. La donna venne trasportata nei pressi del Monte Faito e lì colpita violentemente con pugni al braccio ed alla gamba sinistra.

Venti giorni dopo, lo stalker la accoltellò al ventre. Alcuni messaggi minatori, via sms, erano stati inoltrati al cellulare della sorella della vittima: “io non sono uno s…..o è meglio per lei, falla fa i panni e dille che…la devo far fare la stessa fine di quella di Terzigno e dopo mi uccido anche io”. Lo stalker, finito in carcere prima della sentenza per un aggravio di misura cautelare, aveva inoltre minacciato un uomo che infastidiva la sua nuova fidanzata.

LA SENTENZA. “Fatti gravissimi e condanna esemplare”. Dura la requisitoria del pm, che per lo stalker già con precedenti aveva chiesto in tribunale la pena di 3 anni. Ma la difesa del 30enne, rappresentata dall’avvocato Gennaro De Gennaro, al processo ha dimostrato che dopo la rottura la vittima aveva continuato a vedersi col suo ex. Incontri in carcere ed anche telefonate.

La prova è stata racchiusa in file audio all'interno di un cd, consegnato al giudice dallo stesso legale: “è un comportamento che non evidenzia alcun danno irreversibile sulla persona – la tesi in aula dell’avvocato De Gennaro - . La vittima non si è mai allontanata dal suo presunto stalker. Anzi, gli sì è avvicinata senza paura”. L’arringa ha convinto il giudice alla condanna più mite. Lo stalker ha inoltre ottenuto la semilibertà.

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