Villa romana Boscoreale, cantiere alla ricerca di nuovi tesori.
In una zona già devastata da scavi clandestini. C'è una parte del quartiere termale e la zona cucina con il praefurnium e alcuni ambienti laterali al peristilio, con resti di affreschi alle pareti. E' ciò che è visibile nel sito archeologico della Villa di Numerio Popidio Floro a Boscoreale (Napoli). Questa mattina, la consegna dei lavori di messa in sicurezza e dell'avvio delle indagini archeologiche, promosse dalla Soprintendenza in seguito al sequestro disposto dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, a fronte delle gravi manomissioni e danneggiamenti riscontrati sul sito negli anni recenti. Le strutture romane, in proprietà della famiglia Faraone Mennella, sono identificate come villa di Numerio Popidio Floro grazie al rinvenimento di due iscrizioni epigrafiche che attestano il nome del proprietario.
    Rovine portate alla luce negli scavi dei primi del Novecento che ha restituito importanti testimonianze artistiche e materiali, oggi conservate presso alcuni tra i più autorevoli musei del mondo: dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli al Louvre di Parigi, dal Metropolitan Museum di New York al Paul Getty Museum di Malibu, fino all'Antiquarium di Boscoreale. Le più recenti azioni clandestine di scavo hanno permesso di individuare nuovi settori mai esplorati prima, ora oggetto di un intervento di tutela e conoscenza condotto secondo criteri scientifici e sotto la direzione della Soprintendenza. Ricorda Nunzio Fragliasso, procuratore della Repubblica di Torre Annunziata: "Nel 2021 abbiamo rinvenuto e sequestrato, grazie ai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, due cunicoli clandestini che conducevano alla Villa romana che recavano le tracce e segni evidenti di attività di scavo in epoca recente, a dimostrazione dell'interesse archeologico del sito anche per i cosiddetti tombaroli. Questi due cunicoli sono stati dissequestrati, restituiti alla famiglia Faraone Mennella che ne darà la disponibilità alla Sovrintendenza. Un'attività di sondaggio e scavo dovrà verificare, come ci auguriamo, l'opportunità di riportare alla luce tutto il complesso della Villa romana di Floro e di verificare se e quali reperti archeologici sono ancora presenti nella Villa e, questo è il compito anche della Procura, se e quali reperti sono stati illecitamente asportati ed eventualmente trasferiti all'estero".
          E' tuttora in corso una rogatoria internazionale diretta alle competenti autorità statunitensi sulla legittimità della presenza di quattro pannelli affrescati provenienti dalla villa di Floro attualmente esposti al Museo Paul Getty di Malibu. "Le autorità americane, nonostante i solleciti, non ci hanno mai risposto. Noi abbiamo fondati elementi investigativi - sottolinea Fragliasso - per ritenere che questi pannelli siano stati illegalmente esportati all'estero e quindi acquistati illecitamente dal Museo Paul Getty. Abbiamo chiesto al Museo di esibirci la documentazione comprovante l'acquisto. Mi auguro che anche grazie all'intervento del ministro della Cultura il Museo si decida a darci la risposta che attendiamo da anni".
    Ad illustrare i reperti Mariano Nuzzo, soprintendente Abap per le Province di Caserta e Benevento e già soprintendente per l'area metropolitana di Napoli: "Quella che vediamo è una parte termale della Villa, quindi ci aspettiamo che dalle attività di indagine e avviamento dello scavo e di messa in sicurezza ci sia la possibilità di conoscere ulteriori parti di questo impianto così rilevante". Paola Ricciardi, attuale soprintendente Abap per l'area metropolitana di Napoli, conclude: "Il cantiere parte oggi con la consegna dei lavori e a settembre saremo pienamente operativi, per l'inizio del 2026 avremo terminato questi primi lavori. Chiaramente c'è la speranza che questo scavo riporti alla luce qualcosa che non è stato ancora trafugato".

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